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L'UE chiede spiegazioni all'Italia sull'ordinanza che impone a tutti l'obbligo di test COVID negativo per entrare nel Paese

L'UE chiede spiegazioni all'Italia sull'ordinanza che impone a tutti l'obbligo di test COVID negativo per entrare nel Paese

La Commissione Europea contesta a Roma di non aver notificato le misure che impongono restrizioni di viaggio tra Paesi membri: "Sono possibili solo quando sono necessarie e comunque di breve durata"

Strasburgo – Regna il caos nell’Unione Europea nel pieno della nuova ondata di COVID-19 causata dalla variante Omicron e, nonostante la Commissione stia cercando di coordinare una risposta comune, i governi nazionali vanno in ordine sparso sulle restrizioni di viaggio tra un Paese membro e l’altro. In particolare, oggi nell’occhio del ciclone c’è l’ordinanza del governo italiano di imporre l’obbligo di presentazione di un test COVID-19 negativo (antigenico o molecolare) per entrare nel Paese da qualsiasi Stato membro dell’UE, anche per chi è vaccinato, a partire dal 16 dicembre e fino al 31 gennaio 2022.

L’obbligo riguarda tutte le persone che hanno transitato o soggiornato in altri Paesi dell’Unione nei 14 giorni precedenti ed è prevista una quarantena di 5 giorni in Italia per chi non è vaccinato. Da domani, chiunque voglia entrare in Italia dall’UE dovrà presentare l’esito negativo o di un test antigenico svolto nelle 24 ore prima dell’arrivo o di un test molecolare nelle 48 ore precedenti, l’EU Digital Passenger Locator Form (qui il link) e la certificazione vaccinale (per non doversi sottoporre alla quarantena).

Nonostante la decisione sia stata presa per il peggioramento della situazione epidemiologica in Italia (20.677 nuovi casi e 120 decessi, con 863 ricoveri in terapia intensiva ieri) e con lo scopo di limitare la circolazione della variante Omicron del COVID-19, la Commissione UE ha contestato al governo Draghi la mancata notifica sull’ordinanza di imporre il tampone obbligatorio per l’ingresso nel Paese. “Per mantenere un approccio coordinato gli Stati membri sono obbligati a informare la Commissione e gli altri Stati membri in anticipo”, ha commentato durante il punto quotidiano con la stampa Christian Wigand, portavoce dell’esecutivo comunitario. “Abbiamo ricordato all’Italia questi obblighi e analizzeremo le nuove misure quando ci saranno notificate”, ha aggiunto il portavoce, ribadendo che “sono possibili solo quando necessarie e comunque di breve durata“.

La questione della notifica rimane però una questione complessa, che compare anche nell’aggiornamento delle regole per i viaggi dentro l’UE dello scorso 25 novembre. Nella proposta si fa appello agli Stati membri a informare Commissione e Consiglio in caso di “situazioni particolarmente gravi“, che richiedono “procedure di emergenza destinate a ritardare la diffusione di eventuali nuove varianti di COVID-19”. Tuttavia, nelle raccomandazioni non compare l’obbligatorietà e già il Portogallo ha introdotto da tre settimane l’obbligo di test negativo anche per i vaccinati che fanno ingresso nel Paese.

“Omicron ha una capacità di contagio nettamente superiore alle altre varianti”, ha spiegato il primo ministro, Mario Draghi, in risposta a una domanda al termine delle comunicazioni sul prossimo Consiglio Europeo alla Camera dei Deputati. “Da noi i contagi con Omicron sono meno dello 0,2 per cento, ma in altri Paesi la variante è molto diffusa” e per questo motivo “non c’è molto da riflettere, abbiamo attuato la stessa pratica che si usa oggi per i visitatori che provengono dal Regno Unito”, ha puntualizzato il premier.

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