Bruxelles – Argentina come nuovo partner energetico dell’Unione europea. Gas, sicurezza degli approvvigionamenti, risorse, e pure transizione. Il Paese del sud America diventa un interlocutore di rinnovato interesse strategico ed economico, a cui l’Ue guarda con grande attenzione per trovare una soluzione alla questione energetica. Tanto da essere già al lavoro per un accordo bilaterale in materia. “Questo accordo, questo protocollo d’Intesa, è in fase di negoziazione“, annuncia l’Alto rappresentante per la politica estera e di sicurezza dell’Ue, Josep Borrell, a Buenos Aires proprio per preparare la strada al nuovo corso.
Il nuovo partenariato prenderebbe la forma di un accordo bilaterale, complementare all’accordo con il Mercosur. Una soluzione che evita di riaprire un dossier oggetto di divisioni e critiche feroci all’interno dell’Ue, permettendo un’attuazione più rapida in nome delle rinnovate esigenze dell’Unione europea e dei suoi Stati membri, schiacciati dal rincaro dei prezzi dell’energia. L’obiettivo di questa iniziativa diplomatico-commerciale a dodici stelle risponde soprattutto all’impennata dei listini, e alla necessità di fare in modo che il blocco dei Ventisette sia al riparo da brutte sorprese nel tempo a venire.
“L’Argentina è un paese che ha risorse energetiche molto preziose in questo momento”, riconosce Borrell. Ha riserve di gas, che l’Ue non ha più e di cui continua a essere dipendente. Ha riserve di litio, fondamentale per la realizzazione delle batterie necessarie per la transizione e la conversione all’elettrico. Ma ha pure “altri minerali strategici, fondamentali per lo sviluppo della trasformazione digitale delle economie e delle società”.
Certo, le incognite non mancano. Prima fra tutte la distanza geografica che rende non agevole e certamente non immediato il trasporto del gas argentino nel Vecchio continente. Ecco perché occorre “pensare alla costruzione di impianti” adatti allo scopo, e farlo subito, riconosce il capo della diplomazia a dodici stelle. Ma ci sono anche le contro-partite da dover garantire alla Casa Rosada. L’accordo di libero scambio è un qualcosa che nell’altro emisfero vorrebbero vedere chiuso, mentre l’accordo bilaterale con la sola Argentina lo vorrebbero rinegoziato. Qui Borrell si mostra già disponibile. In fin dei conti, spiega, “un accordo che ha 32 anni senza dubbio ha bisogno di essere aggiornato per affrontare il mondo come è oggi e non come era un terzo di secolo fa”. Ha senso. Come la richiesta di energia argentina.