Bruxelles – Ue e Uefa insieme contro gli sprechi d’energia e i consumi inutili. In tempi di caro-bolletta e scarsità energetici si chiede agli italiani un comportamento più responsabile, per un non gravare sulla collettività oltre che per far quadrare i conti famigliari. Lo speciale spot realizzato intende fornire un contributo concreto in un momento in cui si chiede alle famiglie di tagliare i consumi, tassello fondamentale della strategia dell’Unione europea per rispondere allo shock derivato dall’aggressione russa in Ucraina.
Spegnere le luci inutili, evitare di tenere aperto per troppo tempo lo sportello del frigorifero. Tutte indicazioni che lo speciale spot accompagna con il linguaggio tipico dello stadio e del tifo, applausi ed esultanze per le buone pratiche come fosse un gol. “Semplici passaggi come quelli che vediamo nel video possono fare un grande cambiamento”, scandisce Frans Timmermans, commissario per il Green Deal. “Se abbassiamo tutti il riscaldamento di 1 grado Celsius possiamo risparmiare 10 miliardi di metri cubi di gas”. Quindi aggiunge: “Anche il risparmio energetico è estremamente importante nella nostra lotta contro la crisi climatica”.
Ecco che Timmermans, nell’enfatizzare l’importanza di consiglio comunque preziosi utili, scoperchia il vaso di Pandora di un calcio insostenibile e una politica che chiede sacrifici solo alle famiglie. Perché, numeri alla mano, un singolo stadio consuma fino a 25mila KiloWattora durante una partita di 90 minuti. L’energia utilizzata in quei 90 minuti “potrebbe far funzionare più di una dozzina di case per un anno intero”. Lo studio di Selectra UK parla chiaro: se proprio servono risparmi nel calcio, questi devono arrivare dal circo del pallone.
Anche perché il documento si sofferma sugli impianti all’avanguardia. L’analisi si sofferma sugli stadi in grado di ospitare incontri della coppa del mondo, la massima manifestazione calcistica organizzata dalla Fifa. Le partite della fase finale di un campionato mondiale sono tradizionalmente svolte negli spazi più nuovi, con impianti di illuminazione a maggiore efficienza di consumi e maggiore sostenibilità ambientale. Tutti gli altri stadi, più vecchi, non ristrutturati, possono consumare anche di più. Quindi meglio intervenire sugli stadi che nelle case.
Lo stesso studio dimostra che mentre un singolo stadio brucia fino a 25mila Kwh di energia, a casa i numeri sono molto ma molto ridotti. Un gruppo di cinque amici che decide di guardare la partita da casa, “possono dare il via al consumo di energia ben oltre i 6kWh”. Dunque, 25mila Kwh contro 6 Kwh. La grande rivoluzione sostenibile passa dunque per l’abolizione delle partita in notturna, che consentirebbe risparmi energetici (e magari prezzi più popolari del biglietti, per non dover scaricare sul tifoso il costo dei riflettori) e meno emissione di CO2. Ma si sa, in tempo di calcio moderno i diritti televisivi e i soldi in palio determinano calendario sportivo e agenda politica.
L’Unione europea e l’Uefa dunque continuano ai cittadini di fare i bravi e ridurre i consumi, invece di ridisegnare le competizioni sportive. Più facile intervenire sulle grandi masse meno remunerative che sui club e le aziende televisive. Inoltre, invece di entrare nella case dei tifosi, sarebbe meglio creare le condizioni perché questi possano uscirne e recarsi allo stadio. Il motivo? Semplice, perché allo stadio un tifoso consuma meno. Un singolo fan sul seggiolino può consumare fino a 0,9 Megawattora di energia elettrica, mentre sul divano fino a 1,4 Megawattora. Il calcio veramente moderno, quello amico dell’ambiente, dovrebbe rispondere dunque a due criteri: prezzi popolari, e partite alle 14:00. Lo dicono i numeri. Ue e Uefa sembrano ignorare il vero problema del calcio.