Bruxelles – Un non paper in vista del Consiglio Europeo straordinario del 9-10 febbraio, che si concentra sulla dimensione esterna del fenomeno migratorio e contemporaneamente sulla “piena applicazione del regolamento di Dublino“. È quanto emerge da un documento non ufficiale compilato dei Paesi Bassi – di cui Eunews ha preso visione – al vaglio degli altri Paesi membri, che sarà portato fra due settimane sul tavolo dei leader Ue, quando il capitolo della migrazione occuperà buona parte delle discussioni tra i Ventisette.
Di particolare rilievo è il fatto che per i Paesi Bassi rimane prioritaria l’istituzione di un sistema di asilo “forte e funzionante” – vale a dire l’adozione del Patto migrazione e asilo presentato nel 2020 – con un passo in avanti rispetto alla tabella di marcia concordata a settembre dello scorso anno tra i co-legislatori del Parlamento e del Consiglio dell’Ue per portare a termine entro la fine della legislatura nella primavera 2024 tutti i file legislativi. Le presidenze di turno del Consiglio dell’Ue (prima quella svedese e poi quella spagnola) e gli eurodeputati “dovrebbero compiere tutti i passi necessari per l’adozione delle proposte legislative entro la fine del 2023, trovando un equilibrio tra solidarietà e responsabilità“, si legge nel documento dei Paesi Bassi, che invita la Commissione a valutarne i progressi già a giugno, quando ci sarà il passaggio di consegne tra Stoccolma e Madrid.
Se il Patto rappresenta “una via d’uscita per l’Ue nel suo complesso” sia per gli Stati membri di primo arrivo sia per quelli che affrontano la migrazione secondaria, è proprio su quest’ultimo aspetto che si concentra il non paper dei Paesi Bassi nel tratteggiare le misure da intraprendere “il prima possibile”. Il Regolamento di Dublino del 2013 stabilisce che il compito di esaminare la richiesta di asilo di una persona che fa ingresso in modo irregolare sul territorio comunitario spetta al primo Stato a cui accede, mentre i cosiddetti movimenti secondari sono gli spostamenti irregolari che i richiedenti asilo compiono dal Paese di ingresso a un altro (o altri) dell’Unione Europea. I Paesi Bassi sono interessati da questo secondo aspetto ed è per questo motivo che chiedono più impegno ad “attuare e applicare rapidamente” gli accordi raggiunti a Dublino. In questo senso si legge l’esortazione alla Commissione di preparare relazioni semestrali sulla migrazione secondaria, compresa la situazione dell’asilo e dell’accoglienza nei Ventisette, per garantire la “piena applicazione del regolamento di Dublino”.
Allo stesso tempo la richiesta dei Paesi Bassi è anche quella di rafforzare la gestione dei confini esterni, iniziando a “sperimentare procedure di frontiera per l’asilo alle frontiere esterne dell’Ue” e con proposte della Commissione Ue “compreso il sostegno finanziario all’interno dei massimali del Quadro finanziario pluriennale”. Mentre viene avallata l’iniziativa del gabinetto von der Leyen sui rimpatri, il non paper rilancia anche gli strumenti legislativi in materia di strumentalizzazione della migrazione e risposta alle crisi già respinti dal Consiglio a inizio dicembre dello scorso anno. Sul fronte della dimensione esterna i Paesi Bassi invitano il vicepresidente della Commissione per la promozione dello stile di vita europeo, Margaritis Schinas, a sviluppare una strategia di “rapida attuazione” dei partenariati globali in ambito di migrazione (per frenare i movimenti con soluzioni “win-win”), anche se pesa la minaccia di mettere a disposizione di Bruxelles “un meccanismo immediatamente applicabile” sul mancato allineamento della politica dei visti dei Paesi terzi partner dell’Ue – che per i Paesi candidati all’adesione deve avvenire entro il prossimo primo giugno – fino alla sospensione dei visti per chi non coopera con i Ventisette.