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Eurozona, niente recessione nel 2022: quarto trimestre senza 'segno meno', a 0,1 per cento
Nell'ultimo trimestre del 2022 il Pil dell'eurozona non ha registrato il 'segno meno' [foto: imagoeconomica]

Eurozona, niente recessione nel 2022: quarto trimestre senza 'segno meno', a 0,1 per cento

Gentiloni: "Una buona notizia". Ma Pil in contrazione in Germania e Italia. Tra una decina di giorni le previsioni economiche di Bruxelles, con le decisioni della Bce sullo sfondo

Bruxelles – Paolo Gentiloni guarda l’aspetto positivo, che c’è. Nel complesso l’eurozona non ha registrato segni negativi in termini di crescita, e questo è l’aspetto che per il commissario all’Economia conta di più, e non poco. Di fronte ai rischi di breve recessione paventati in Commissione Ue come dalla Bce, i dati Eurostat sulle performance di crescita dell’ultimo trimestre del 2022 mostrano numeri non certo esaltanti, ma senza ‘segno meno’ complessivo e per questo confortanti se si tiene a mente il rischio di contrazione. Prodotto interno lordo allo 0,1 per cento. Certo, Italia e Germania, due delle tre principali economie dell’eurozona, sono in recessione (-0,1 e -0,2 per cento rispettivamente), ma quello che viene celebrato è la figura nel suo complesso. “Buone notizie“, secondo Gentiloni.

Di fronte alle conseguenze della guerra in corso in Ucraina e tutte le sue ricadute, prima fra tutte la crisi energetica, “l’area dell’euro ha evitato una contrazione nell’ultimo trimestre del 2022”. Sembra poco, ma è comunque un qualcosa che non era scontato e sui cui, al contrario, non molti erano pronti a scommettere, tra cui lo stesso componente italiano dell’esecutivo comunitario. “Continuiamo ad affrontare molteplici sfide, ma le prospettive per quest’anno sembrano un po’ più rosee oggi rispetto all’autunno“.

La Commissione europea farà il punto a breve, tra una decina di giorni, quando presenterà le previsioni economiche d’inverno (9 o 10 febbraio, data ancora non fissata in calendario). Sarà quella la sede migliore per fare il punto, anche perché le informazioni a disposizione di Eurostat non sono complete, riguardano solo una parte degli Stati Ue con la moneta unica e appena 12 Paesi sui 27 dell’Unione.

Le stime consolidate dell’istituto di statistica europeo, più dettagliate e complete, sono annunciate per il 14 febbraio, e dunque l’appuntamento fisso dell’esecutivo comunitario servirà a fare molto meglio il punto. In attesa anche delle valutazioni e delle decisioni della Banca centrale europea, il cui board si riunisce giovedì (2 febbraio). Francoforte potrebbe aumentare ancora i tassi.

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