Bruxelles – Da possibile rischio a realtà inevitabile. “Non si può più escludere una recessione“. Paolo Gentiloni adesso getta la spugna. Le cose si sono messe talmente male che il commissario Ue per l’Economia è costretto a correggersi. Al summit di Roma ‘Come la governance economica europea e il sistema finanziario può rispondere le crisi attuali?’ deve riconoscere pubblicamente che è stato smentito dai fatti. Se prima la contrazione della crescita era considerata come eventuale ma non per questo certa, ora tutto cambia. Si passa da “non si può escludere” a “non si può più escludere”. Vuol dire che arriva.
“Tutti i segnali indicano un inverno difficile”, ammette Gentiloni. E non solo per una guerra russo-ucraina che prosegue con tutte le sue incertezze. “I prezzi dell’energia rimangono molto alti e l’inflazione raggiunge nuovi record“, ammette, e si smentisce ancora una volta sulle sue previsioni ottimistiche sul costo della vita di appena poche settimane fa. Inoltre “le condizioni di finanziamento si stanno restringendo, sia in Europa che nel mondo, e il sentimento economico si sta deteriorando”. In questa situazione, “la politica di bilancio è sotto pressione”.
A proposito di spesa, conferma l’impianto della riforma delle regole comuni. Il patto di stabilità darà più tempo per ridurre il debito, ma le riforme andranno fatte per davvero. Ma conferma anche il clima di maretta che si respira all’interno del collegio di cui fa parte. “Le azioni intraprese a livello nazionale hanno importanti ricadute su altri Stati membri, quindi un approccio coordinato a livello europeo rimane fondamentale”. Un riferimento allo scudo da 200 miliardi di euro messo a punto dalla Germania per rispondere al caro-bollette, e l’assenza di reazione a Bruxelles.
Questo è stato anche il motivo di scontro tra la presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen, e il presidente del Consiglio uscente, Mario Draghi. A Praga, in occasione del vertice informale, quest’ultimo ha accusato la prima di essere stata lenta nelle risposte, di aver perso sette mesi, e che per queste sue indecisioni ora l’Europa si trova in una recessione. Ha ricordato come già sette mesi fa l’Italia aveva avanzato una proposta sul tetto al prezzo dell’energia, e sottolineato che adesso ci sono Paesi che hanno esaurito il proprio spazio fiscale. A distanza di 48 ore l’affondo di Gentiloni che conferma come la sua presidente von der Leyen sia adesso sotto attacco.