Bruxelles – Nessun colpo di scena al Parlamento europeo, il voto sull’immunità parlamentare di Andrea Cozzolino e Marc Tarabella è andato come doveva andare: approvata la revoca, campo libero alle indagini della magistratura belga.
Con il voto di oggi (2 febbraio), avvenuto per alzata di mano, si chiude la procedura d’urgenza avviata da Roberta Metsola lo scorso 16 gennaio. In tempi record, le richieste di revoca dell’immunità sono state deferite alla Commissione giuridica del Parlamento Ue, che il 31 gennaio ha adottato all’unanimità la proposta di risoluzione della relatrice Manon Aubry, capogruppo della Sinistra Europea, che si era espressa per la revoca. Ora, la procedura richiede che “la decisione sia formalmente comunicata ai deputati interessati e alle autorità richiedenti” e a quel punto, i due potranno essere convocati dagli inquirenti. Entrambi hanno peraltro ribadito a più riprese la volontà a collaborare con le indagini per dimostrare la propria estraneità al Qatargate. Tarabella questa mattina ha votato a favore della revoca della propria immunità, mentre Cozzolino non era presente in aula.
“La giustizia ora può fare il suo corso. Nella storia del Parlamento, le immunità non sono mai state revocate così rapidamente”, ha affermato soddisfatta Manon Aubry a margine del voto. A questo punto, potrebbe davvero aprirsi una nuova fase dell’inchiesta: Cozzolino e Tarabella potrebbero rivelare nuovi elementi, con il rischio di estendere a macchia d’olio lo scandalo. Possibilità ammessa dalla stessa Aubry: “In questo momento abbiamo solo la punta dell’iceberg, sopra l’acqua, spero che venga fuori la parte sotto l’acqua, che forse è molto più grande. Per questo, c’è bisogno che le persone implicate parlino con gli inquirenti”.
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Fino ad oggi, quella punta dell’iceberg è appannaggio esclusivo dei socialisti e democratici, gruppo di provenienza di tutte le persone coinvolte nello scandalo. Brando Benifei, capodelegazione a Bruxelles del Partito democratico – di cui fa parte Andrea Cozzolino- promette impegno per capire “cosa non ha funzionato all’interno del gruppo”, ma d’altra parte condivide le preoccupazioni evidenziate da Aubry sulla possibilità che le riforme politiche necessarie per garantire maggiore trasparenza vengano affossate da alcuni gruppi del Parlamento Ue. “Credo che i rischi esistano e siano molto seri, ci sono gruppi politici che da anni insabbiano qualsiasi riforma in tal senso”, è il grido d’allarme di Benifei. “La presidente Metsola ha presentato un pacchetto di proposte che noi vogliamo migliorare, la mia preoccupazione che ci siano gruppi che non vogliano andare avanti”.