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Showman e seduttore d'Italia. La morte di Berlusconi vista dalla stampa estera:
Süddeutsche Zeitung

Showman e seduttore d'Italia. La morte di Berlusconi vista dalla stampa estera: "Ha cambiato il mondo, non in meglio"

Da Le Figaro a The New York Times, i principali organi d'informazione analizzano l'influenza dell'ex-premier nella costruzione degli ultimi decenni di politica italiana. The Moscow Times ricorda che se n'è andato "un caro amico" di Putin, per Süddeutsche Zeitung "ha aperto la strada ai populisti"

Bruxelles – Non è stata trattata affatto con i guanti di velluto. Probabilmente era inevitabile se si voleva portare fino in fondo l’analisi dell’influenza, del ruolo e del lascito dopo oltre 30 anni di carriera politica e 86 da personaggio ben più che controverso. La morte di Silvio Berlusconi è stata letta in modo critico – se non piuttosto duro – dalla stampa estera, che ha riservato alla notizia di oggi (12 giugno) l’apertura di quasi tutti i maggiori siti di informazione internazionale e approfondite analisi su cosa ha rappresentato il tre volte ex-premier italiano per il Paese, per l’Europa e oltre.

“Ha cambiato il mondo, anche se non in meglio”, ha titolato Süddeutsche Zeitung, ancora più dura nell’analisi del trentennio berlusconiano: “In tutti i suoi anni di politica, Silvio Berlusconi si è preoccupato soprattutto di una cosa: se stesso” e “ha aperto la strada a molti populisti, demagoghi e personaggi di spicco”. Altrettanto severo The Guardian nel ricordare il politico “travolto dagli scandali”: dal ‘bunga bunga’ alle frodi fiscali, fino alle dichiarazioni ben più che controverse sulla guerra russa in Ucraina a cavallo tra la fine del 2022 e l’inizio del 2023. Non a caso giornale online indipendente russo The Moscow Times sottolinea che oggi “Putin piange la morte del ‘caro amico’ Berlusconi”. Anche Le Figaro – seppur concedendo all’ex-premier l’appellativo di “gigante della politica italiana” – mette in luce soprattutto l’ultimo tra gli aspetti più controversi: il rapporto con l’autocrate russo e le critiche contro l’ex-presidente dell’Ucraina, Volodymyr Zelensky.

La fine dell’uomo che credeva di essere immortale“, è il commento di Le Soir e a ben vedere la questione dell’autoproiezione di sé nello spazio pubblico nazionale è una costante in diversi organi di stampa internazionale. “Il seduttore dell’Italia” – come lo ha definito Frankfurter Allgemeine Zeitung – “ha dominato il palcoscenico, ha dominato gli affari e, fino alla sua morte, ha dominato la politica” nazionale. Un Paese “sedotto” da Berlusconi è anche quello che tratteggia Politico nella sua versione europea: “Berlusconi si è concentrato senza mezzi termini su una cosa: conquistare chiunque gli si parasse davanti“.

Berlusconi The TimesNon solo seduttore – a 360 gradi, comprese le “orge ‘bunga bunga’ e il sesso con una prostituta minorenne” – ma anche uno “showman“, citando The New York Times: “Ha introdotto sesso e glamour nella televisione italiana e poi ha portato la stessa formula nella politica, dominando il Paese e la sua cultura per più di 20 anni”. Anche El País imposta la sua analisi su cosa ha rappresentato l’ex-premier italiano in termini assoluti: “L’uomo che ha definito l’Italia del ventunesimo secolo“, dopo aver rivoluzionato il mondo della comunicazione e della televisione italiana, dopo aver costruito la sua immagine pubblica sui successi del Milan e dopo aver influenzato l’opinione pubblica attraverso Mediaset e Il Giornale. E anche da morto lo “scandaloso e celebre primo ministro” continuerà a catalizzare l’opinione pubblica nazionale ancora a lungo, sottolinea The Times, analizzando la linea di successione e come il suo “impero” sarà diviso tra i cinque eredi, quasi si stesse parlando della famiglia reale inglese.

Ma alla fine è sempre sugli scandali che si ritorna, come puntualizzato con estrema quantità di dettagli in un lungo articolo di El Mundo: dai finanziamenti del Psi di Bettino Craxi al lodo Mondadori, dai sospetti di legami con la mafia per la condanna definitiva dell’ex-senatore di Forza Italia Marcello Dell’Utri per concorso esterno in associazione mafiosa ai casi Ruby. La stampa estera non ha risparmiato quasi nulla a Berlusconi nel giorno della sua morte. Perché il suo ruolo e la sua influenza sono andati ben oltre i confini nazionali e non lo hanno riguardato solo come tre volte primo ministro dell’Italia.

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