Bruxelles – Anche in caso di cittadini di Paesi terzi che attraversano frontiere interne dell’Ue si applica la direttiva rimpatri e non le regole del codice Schengen per la libera circolazione. In caso di extra-comunitario che soggiorna irregolarmente sul territorio dell’Ue, quindi, l’allontanamento dal Paese deve seguire le regole contenute nel provvedimento del 2008, che prevede l’allontanamento forzato solo in ultima istanza. A stabilirlo la Corte di giustizia dell’Ue, con sentenza.
In base alla direttiva rimpatri, immigrati irregolari non possono essere respinti né rimpatriati in maniera automatica e coatta, bensì ricevere una decisione di rimpatrio, previa concessione di un termine per lasciare volontariamente il territorio. Si concende in sostanza del tempo per abbandonare il Paese, cosa che non avviene secondo i dispositivi Schengen. La Francia, che ha reintrodotto temporaneamente i controlli alle frontiere interne, ha deciso quindi di ‘ricalibrare’ i parametri decisionali.
Il mondo della associazioni, in particolare quelle responsabili per accoglienza e assistenza dei migranti, contestano la legittimità di questa ordinanza francese che modifica il codice dell’ingresso e del soggiorno degli stranieri e del diritto d’asilo. Si compirebbe una violazione della direttiva rimpatri, e la Corte sembra confermare.
I giudici di Lussemburgo chiariscono che “un provvedimento di respingimento può essere adottato sulla base del codice frontiere Schengen ma che, ai fini dell’allontanamento dell’interessato, devono comunque essere rispettate le norme e le procedure comuni previste dalla direttiva rimpatri”. Dunque nessuna espulsione immediata. Perché, “a partire dal momento in cui” la persona fermata risulta non soddisfare le condizioni d’ingresso, di soggiorno o di residenza, e vi si trovi dunque in una situazione di soggiorno irregolare, si applica la direttiva rimpatri.
Laura Ferrara, europarlamentare del Movimento 5 Stelle, va all’attacco della Lega. “Siamo curiosi di ascoltare il commento di Matteo Salvini: difenderà i confini italiani o quelli francesi della sua amica Le Pen?”. Perché, spiega offrendo la lettura politica della sentanza, la Corte di giustizia dell’Unione europea “ha bocciato i respingimenti illegali praticati dalla Francia lungo il confine italiano“. L’allontanamento forzato, continua la pentastellata, “lede i diritti fondamentali dei migranti”. Quindi la sentenza della Corte “è una buona notizia per i diritti dei migranti ma anche per l’Italia, lo ammetta anche Salvini”.