Bruxelles – La pandemia di Covid-19 ha rallentato l’assistenza sanitaria preventiva e molti programmi di screening negli ospedali di tutta l’Ue. Non fa eccezione la prevenzione del tumore al seno, prima causa di morte per le donne tra i 35 e 59 anni: rispetto a 10 anni fa, nel 2021 le mammografie sono diminuite nella maggior parte dei Paesi membri.
La prevenzione è fondamentale per ridurre i tassi di mortalità di una malattia che in Europa uccide all’incirca 90 mila donne ogni anno. Perché la sopravvivenza è fortemente correlata allo stadio in cui il tumore viene scoperto: da quasi il 100 per cento per chi ha avuto una diagnosi in stadio molto precoce, al 30 per cento per chi scopre il tumore in stato metastatico. Nel quadro del suo piano d’azione contro il cancro, la Commissione Europea ha proposto nel settembre del 2022 un nuovo approccio per sostenere i Paesi membri e garantire che entro il 2025 sia offerto lo screening al 90 per cento della popolazione dell’Ue che si qualifica per i controlli del cancro al seno, al collo dell’utero e del colon-retto.
Secondo l’ultimo rapporto di Eurostat, dei 20 Paesi Ue con dati disponibili per il decennio, nel 2021 i tassi di screening del cancro al seno sono diminuiti in 14 Stati membri e aumentati solo in 6. L’Italia, in linea con quanto successo anche in Germania, Francia, Belgio e Paesi Bassi, ha perso quasi 4 punti percentuali: nel 2011 le donne tra i 50 e i 69 anni che avevano ricevuto una mammografia nei due anni precedenti erano il 59,6 per cento, nel 2021 il 55,9 per cento. Le diminuzioni maggiori sono state registrate in Lussemburgo (-16,3 per cento), Irlanda (-12,1) e Ungheria (-10,6).
In controtendenza soprattutto Malta, che ha aumentato gli screening del 26,9 per cento, Lituania (12,9 per cento) ed Estonia (+7,7 per cento). In generale, i Paesi membri più efficienti nella prevenzione del tumore alla mammella sono ancora una volta quelli nordici: Danimarca (83 per cento), Finlandia (82,2) e Svezia (80). Seguono a ruota Malta, al 77,8 per cento, e Slovenia (77,2). All’altra estremità della scala, i tassi più bassi di screening del cancro al seno sono stati registrati in Bulgaria (20,6 per cento), Cipro (24,6), Slovacchia (25,5), Ungheria (29,8) e Lettonia (30,8).
Fare prevenzione nel migliore dei modi dipende anche dalla disponibilità di macchinari per eseguire gli screening. Nel 20221 la disponibilità più elevata di unità mammografiche – macchine progettate esclusivamente per l’esecuzione di mammografie – ogni 100 mila abitanti è stata registrata in Grecia e a Cipro, con 7,1 e 5,9 unità. Tasso sopra la media europea anche in Belgio (3,6), Italia (3,4) e Croazia (3,3). Fanalini di coda Germania (0,5 unità), Francia (0,7), Romania (0,9) e Polonia (1), seguite da Lussemburgo, Repubblica Ceca ed Estonia (tutti con 1,1 unità ogni 100 mila abitanti).