- L'Europa come non l'avete mai letta -
venerdì, 5 Dicembre 2025
No Result
View All Result
  • it ITA
  • en ENG
Eunews
  • Politica
  • Esteri
  • Economia
  • Cronaca
  • Difesa
  • Net & Tech
  • Agrifood
  • Altre sezioni
    • Cultura
    • Diritti
    • Energia
    • Green Economy
    • Finanza e assicurazioni
    • Industria e Mercati
    • Media
    • Mobilità e logistica
    • Salute
    • Sport
  • Newsletter
  • Invasione russa in Ucraina
  • Energia
  • Israele
  • Usa
    Eunews
    • Politica
    • Esteri
    • Economia
    • Cronaca
    • Difesa
    • Net & Tech
    • Agrifood
    • Altre sezioni
      • Cultura
      • Diritti
      • Energia
      • Green Economy
      • Finanza e assicurazioni
      • Industria e Mercati
      • Media
      • Mobilità e logistica
      • Salute
      • Sport
    No Result
    View All Result
    Eunews
    No Result
    View All Result

    Home » Politica Estera » Buone notizie sul riconoscimento delle targhe tra Serbia e Kosovo alla fine di un annus horribilis

    Buone notizie sul riconoscimento delle targhe tra Serbia e Kosovo alla fine di un annus horribilis

    Belgrado iniziato a riconoscere formalmente le targhe delle auto rilasciate da Pristina, un primo passo per la completa abolizione del regime dei bolli in atto tra i due Paesi dal 2021 (per coprire i rispettivi simboli nazionali). L'Ue esorta le autorità kosovare a "rispondere in modo analogo" per la libertà di circolazione

    Federico Baccini</a> <a class="social twitter" href="https://twitter.com/@federicobaccini" target="_blank">@federicobaccini</a> di Federico Baccini @federicobaccini
    27 Dicembre 2023
    in Politica Estera
    Albin Kurti Targhe Serbe in Kosovo Serbia

    (credits: Afp)

    Bruxelles – Un passo in avanti, che potrebbe segnare un primo punto di svolta per le relazioni tra Serbia e Kosovo nel 2024, dopo un anno che si era aperto sotto i migliori auspici ma che poi si è rivelato come uno dei più difficili da quando Pristina ha dichiarato unilateralmente l’indipendenza da Belgrado nel 2008. “L’Unione Europea accoglie con favore la decisione di di riconoscere formalmente le targhe RKS rilasciate dal Kosovo“, è il commento dal portavoce del Servizio europeo per l’azione esterna (Seae), Peter Stano, a un giorno dalla concessione (parziale) di Belgrado all’allentamento della tensione con Pristina su quella che dal 2021 è stata definita la ‘battaglia delle targhe’.

    Albin Kurti Targhe Serbe in Kosovo Serbia
    Il primo ministro del Kosovo, Albin Kurti, presenta le nuove targhe per i veicoli rilasciate dalle autorità di Pristina (credits: Afp)

    Era il 2011 quando Serbia e Kosovo avevano accettato per la prima volta di riconoscere vicendevolmente le rispettive targhe, grazie a un accordo mediato dall’Ue nel corso del primo anno di dialogo Pristina-Belgrado per la normalizzazione delle relazioni. Tuttavia, la decisione non è mai stata pienamente attuata e a oggi i veicoli provenienti dal Kosovo in Serbia e viceversa possono attraversare il confine solo se appongono bolli per coprire i rispettivi simboli nazionali. Dal settembre del 2021 le targhe dei veicoli sono diventate il (primo) punto di rottura per le relazioni tra il governo kosovaro di Albin Kurti e l’uomo forte di Belgrado, il presidente Aleksandar Vučić, con l’epicentro della tensione nel nord del Kosovo abitato da una consistente minoranza etnica serba.

    Lunedì (25 dicembre) il capo dell’ufficio governativo serbo per il Kosovo, Petar Petković, ha confermato che dal primo gennaio 2024 tutti i veicoli con targa della Repubblica del Kosovo potranno attraversare liberamente il confine con la Serbia. “È un passo positivo nell’attuazione dell’Accordo sul percorso di normalizzazione e degli impegni assunti in passato nell’ambito del dialogo sulla libertà di circolazione”, ha sottolineato soddisfatto il portavoce del Seae, ribandendo che questa decisione “dimostra che è possibile compiere progressi” nel dialogo Pristina-Belgrado e che “è anche un passo nella giusta direzione verso una migliore integrazione regionale e dei Balcani Occidentali, a vantaggio dei cittadini”. Per questa ragione l’Ue esorta il Kosovo a “rispondere in modo analogo”, ha avvertito Stano. Tuttavia la decisione di Belgrado non va sovrastimata a livello politico, anche considerato l’annuncio del governo dimissionario di Ana Brnabić sul non-riconoscimento nemmeno de facto della sovranità del Kosovo. Petković ha spiegato che ai valichi di frontiera e amministrativi sarà affissa una dichiarazione di esclusione di responsabilità e “questo non può essere interpretato come un riconoscimento dell’indipendenza del Kosovo”.

    Dalla battaglia delle targhe all’attentato nel nord del Kosovo

    Dopo le due riunioni estive del 2021 tra il premier Kurti e il presidente Vučić a Bruxelles, a metà settembre dello stesso anno è scoppiata per la prima volta nel nord del Kosovo la cosiddetta ‘battaglia delle targhe‘. Inizialmente si è trattata di una controversia diplomatica tra Pristina e Belgrado, legata alla decisione del governo Kurti di imporre il cambio delle targhe ai veicoli serbi in entrata nel territorio kosovaro, usate in larga parte proprio dalla minoranza serba nel Paese. La questione è stata momentaneamente risolta grazie alla mediazione Ue, ma l’assenza di una soluzione definitiva ha infiammato la seconda metà del 2022: a fine luglio sono comparsi i primi blocchi stradali e barricate delle frange più estremiste della minoranza serbo-kosovara e due riunioni fallimentari tra Vučić e Kurti a Bruxelles non hanno portato a nessuno sblocco dello stallo.

    Serbia Kosovo
    Manifestazioni dei serbo-kosovari nel nord Kosovo del Kosovo, 5 novembre 2022 (credits: Armend Nimani / Afp)

    La situazione si è aggravata quando Lista Sprska ha preso in mano le redini della protesta popolare nel nord del Kosovo. Il 5 novembre sono andate in scena dimissioni di massa di sindaci, consiglieri, parlamentari, giudici, procuratori, personale giudiziario e agenti di polizia dalle rispettive istituzioni nazionali in protesta contro il piano graduale per l’applicazione delle regole sulla sostituzione delle targhe serbe. Tra i dimissionari c’erano anche i sindaci di Kosovska Mitrovica, Zubin Potok, Zvecan e Leposavić e per questo motivo si è reso necessario tornare alle urne nelle quattro città: in programma inizialmente per il 18 dicembre, sono state poi rinviate al 23 aprile. Parallelamente è stata raggiunta una soluzione di compromesso sulle targhe nella notte tra il 23 e il 24 novembre a Bruxelles, anche se prima del vertice Ue-Balcani Occidentali del 6 dicembre a Tirana il presidente serbo Vučić ha minacciato di boicottarlo a causa della nomina di Nenad Rašić all’interno del governo kosovaro (al posto del leader di Lista Srpska, Goran Rakić), come ministro per le Comunità e il ritorno dei profughi all’interno del governo kosovaro. Rašić è il leader del Partito Democratico Progressista, formazione serba ostile a Belgrado e concorrente di Lista Srpska.

    Kosovo Scontri Kfor
    Scontri tra i manifestanti serbo-kosovari e i soldati della missione Nato Kfor a Zvečan, il 29 maggio 2023 (credits: Stringer / Afp)

    Il 2022 si è chiuso con una nuova escalation di tensione ai valichi di frontiera nel nord del Kosovo, dopo la decisione di Pristina di inviare alcune centinaia di forze di polizia per sopperire alla mancanza di agenti dimessisi sempre a novembre. Le barricate delle frange serbo-kosovare più estremiste sono state smantellate solo dopo alcune settimane grazie allo sforzo diplomatico dei partner europei e statunitensi. L’appuntamento alla nuova crisi doveva attendere solo cinque mesi, più precisamente il 26 maggio 2023. A causa dell’insediamento dei neo-eletti sindaci di Zubin Potok, Zvečan, Leposavić e Kosovska Mitrovica sono scoppiate violentissime proteste con la responsabilità di esponenti di Lista Srpska, trasformatesi il 29 maggio in una guerriglia che ha coinvolto anche i soldati della missione internazionale Kfor a guida Nato (30 sono rimasti feriti, di cui 11 italiani). La tensione è deflagrata per la decisione del governo Kurti di forzare la mano e far intervenire le forze speciali di polizia per permettere l’ingresso nei municipi ai sindaci eletti il 23 aprile, in una tornata elettorale controversa: l’affluenza al voto è stata tendente all’irrisorio – attorno al 3 per cento – a causa del boicottaggio proprio di Lista Srpska.

    Dopo il dispiegamento nel Paese balcanico di 700 membri aggiuntivi del contingente di riserva Kfor, nuove proteste sono scoppiate a inizio giugno per l’arresto di due manifestanti accusati di essere tra i responsabili delle violenze di fine maggio. Parallelamente è andato in scena il 14 giugno un arresto/rapimento di tre poliziotti kosovari da parte dei servizi di sicurezza serbi, per cui i governi di Pristina e Belgrado si sono accusati a vicenda di sconfinamento delle rispettive forze dell’ordine, in una zona di confine tra il nord del Kosovo e il sud della Serbia scarsamente controllata dalla polizia kosovara e solitamente usata da contrabbandieri che cercano di evitare i controlli di frontiera. Dopo settimane di continui appelli alla calma e alla de-escalation non ascoltati, Bruxelles ha ritenuto necessario convocare una riunione d’emergenza con il premier Kurti e il presidente Vučić per cercare delle vie percorribili per ritornare fuori dalla “modalità gestione della crisi”. Il 22 giugno è arrivata la scarcerazione dei tre poliziotti kosovari da parte della Serbia, ma la questione delle tensioni tra Pristina e Belgrado è finita anche nelle conclusioni del Consiglio Europeo del 29-30 giugno.

    Kosovo Serbia
    (credits: Armen Nimani / Afp)

    A causa del mancato “atteggiamento costruttivo” da parte di Pristina per la de-escalation della tensione, Bruxelles ha imposto a fine giugno misure “temporanee e reversibili” contro il Kosovo, che prevedono anche la sospensione del lavoro degli organi dell’Accordo di stabilizzazione e associazione. Per eliminare queste misure è stata concordata il 12 luglio una tabella di marcia con quattro tappe, ma ancora sono in vigore (come criticato dalla presidente kosovara, Vjosa Osmani, all’ultimo vertice Ue-Balcani Occidentali). A pochi giorni da un infruttuoso incontro di alto livello a Bruxelles, la situazione tra Serbia e Kosovo è però degenerata con l’attacco terroristico iniziato nelle prime ore del 24 settembre nei pressi del monastero serbo-ortodosso di Banjska, quando la polizia kosovara è arrivata per la segnalazione di un posto di blocco illegale al confine con la Serbia. Gli agenti sono stati attaccati da diverse postazioni da un gruppo di una trentina di uomini armati con un pesante arsenale di armi da fuoco che, dopo aver ucciso un poliziotto e averne feriti altri due, è entrato nel complesso monastico dove si trovavano pellegrini provenienti dalla città serba di Novi Sad. Per tutta la giornata sono proseguiti gli scontri durante “l’operazione di sgombero”, in cui sono morti tre dei terroristi.

    Gli sviluppi del post-24 settembre hanno però tratteggiato un quadro molto più grave del previsto, con diramazioni evidenti nella vicina Serbia. Come evidenziato da un video girato da un drone nel giorno dell’attentato, tra gli attentatori all’esterno del monastero c’era anche Radoičić, vice-capo di Lista Srpska. Mentre la polizia kosovara ha scoperto un arsenale di armi ed equipaggiamento enormi a disposizione dei terroristi, venerdì (29 settembre) lo stesso Radoičić ha confermato di aver guidato l’attacco armato, mettendo in difficoltà il leader serbo. Questa confessione ha gettato una lunga ombra non solo sulla partecipazione della leadership dei serbo-kosovari in una strategia di destabilizzazione del Paese che potenzialmente va avanti da anni, ma soprattutto sulla capacità di Vučić di interferire negli affari interni di Pristina in modo più o meno nascosto e violento. A questo si aggiungono le rivelazioni sulla presenza anche di Bojan Mijailović (uno dei tre attentatori uccisi), guardia del corpo del capo dei servizi segreti serbi, Aleksandar Vulin, e soprattutto di Milorad Jevtić, stretto collaboratore del figlio del presidente serbo, Danilo Vučić. Secondo quanto emerso da un’indagine di Balkan Insight, le armi utilizzate nell’attacco erano state fabbricate in Serbia nel 2022 e alcuni proiettili di mortaio e granate erano stati riparati nei centri di manutenzione statali serbi nel 2018 e nel 2021.

    Orban Vucic
    Da sinistra: il primo ministro dell’Ungheria, Viktor Orbán, e il presidente della Serbia, Aleksandar Vučić, a Belgrado (8 luglio 2021)

    A peggiorare infine le relazioni tra Kosovo e Serbia è stato l’avvertimento degli Stati Uniti di un “grande dispiegamento militare” serbo lungo il confine amministrativo con “un allestimento senza precedenti di artiglieria avanzata, carri armati e unità di fanteria meccanizzata”. La minaccia non si è concretizzata – secondo il premier Kurti era prevista un’annessione del nord del Kosovo con “un attacco coordinato su 37 posizioni distinte” – ma l’Unione Europea ha iniziato a riflettere sulla possibilità di imporre le stesse misure in vigore contro Pristina anche ai danni di Belgrado. “Dobbiamo assicurarci di utilizzare al meglio gli strumenti di cui l’Ue dispone per incoraggiare entrambe le parti a contribuire a una soluzione della crisi”, aveva spiegato a Eunews il portavoce del Seae, Peter Stano. Ma per il via libera alle misure “temporanee e reversibili” nei confronti della Serbia serve l’unanimità in Consiglio e al momento l’unico veto è stato posto dal più stretto alleato di Vučić dentro l’Unione: il premier ungherese, Viktor Orbán, che definisce “assurdo e ridicolo” lo scenario tratteggiato dai funzionari europei e condiviso dagli altri 26 governi.


    Trovi ulteriori approfondimenti sulla regione balcanica nella newsletter BarBalcani ospitata da Eunews

    Tags: adesione ue kosovoadesione ue serbiaAlbin KurtiAleksandar Vucicbattaglia delle targhecommissione europeadialogo Pristina-Belgradosanzioni kosovoserbiaSerbia-Kosovotarghe kosovoue-kosovo

    Ti potrebbe piacere anche

    Serbia Aleksandar Vucic
    Politica Estera

    Al vaglio dell’Ue brogli, pressioni e “vantaggi sistematici” del partito di Vučić alle elezioni in Serbia

    19 Dicembre 2023
    Ursula von der Leyen Aleksandar Vucic Serbia
    Politica Estera

    Il braccio di ferro di von der Leyen con la Serbia: “Serve il riconoscimento di documenti e istituzioni del Kosovo”

    31 Ottobre 2023
    Vucic Orban Ungheria Serbia
    Politica Estera

    Le (finora ipotetiche) sanzioni Ue alla Serbia sono destinate a scontrarsi contro il muro ungherese di Viktor Orbán

    5 Ottobre 2023
    Kosovo Serbia
    Politica Estera

    L’Ue deve gestire il punto più basso delle relazioni tra Kosovo e Serbia dal 2008 dopo le tensioni militari lungo il confine

    2 Ottobre 2023
    Kosovo Lista Srpska
    Politica Estera

    Nel dialogo Pristina-Belgrado per l’Ue c’è un’altra variabile. Lista Sprska sarebbe implicata nell’attentato nel nord Kosovo

    26 Settembre 2023
    Dialogo Pristina Belgrado Kosovo Serbia Kurti Vučić
    Politica Estera

    Il dialogo Pristina-Belgrado è incagliato sull’Associazione delle municipalità a maggioranza serba in Kosovo

    14 Settembre 2023

    TUTTI GLI EVENTI CONNACT

    Il Rapporto Draghi in italiano

    di Redazione eunewsit
    9 Settembre 2024
    CondividiTweetCondividiSendCondividiSendCondividi
    Made with Flourish
    lavoro di qualità

    La Commissione europea fissa il percorso (vago) verso una legge sul lavoro di qualità

    di Enrico Pascarella
    4 Dicembre 2025

    La Commissione UE ha consultato le parti sociali da aprile a giugno per mettere in cantiere una legge su qualità...

    viticoltori

    Primi passi per gli aiuti ai viticoltori, regole chiare per i prodotti dealcolati e sostegno all’enoturismo

    di Enrico Pascarella
    4 Dicembre 2025

    I legislatori europei vogliono introdurre regole chiare sulla classificazione dei nuovi prodotti alcool free oltre a garantire un enoturismo quasi...

    L’UE si dà una strategia per combattere il traffico di droga

    di Simone De La Feld @SimoneDeLaFeld1
    4 Dicembre 2025

    Solo nel 2023 sono state sequestrate 419 tonnellate di cocaina, ed ogni anno vengono smantellati 500 laboratori di droghe sintetiche...

    [foto: Mattia Calaprice/Wikimedia Commons]

    L’UE avvia indagine su Meta per le restrizioni all’accesso a WhatsApp ai fornitori di intelligenza artificiale

    di Renato Giannetti
    4 Dicembre 2025

    Ribera: "Valutiamo se sia illegale ai sensi della regole di concorrenza"

    • Editoriali
    • Eventi
    • Lettere al direttore
    • Opinioni
    • Risultati Europee 2024
    • Chi siamo
    • Contatti
    • Privacy Policy
    • Cookie policy

    Eunews è una testata giornalistica registrata
    Registro Stampa del Tribunale di Torino n° 27

    Copyright © 2025 - WITHUB S.p.a., Via Rubens 19 - 20148 Milano
    Partita IVA: 10067080969 - Numero di registrazione al ROC n.30628
    Capitale sociale interamente versato 50.000,00€

    No Result
    View All Result
    • it ITA
    • en ENG
    • Politica
    • Esteri
    • Economia
    • Cronaca
    • Difesa e Sicurezza
    • Net & Tech
    • Agrifood
    • Altre sezioni
      • Agenda europea
      • Cultura
      • Diritti
      • Energia
      • Green Economy
      • Gallery
      • Finanza e assicurazioni
      • Industria e Mercati
      • Lettere al direttore
      • Media
      • Mobilità e logistica
      • News
      • Opinioni
      • Sport
      • Salute
    • Editoriali
    • Podcast / L’Europa come non l’avete mai ascoltata
    • Report Draghi
    • Risultati Europee 2024
    • Eventi
    • Le Newsletter di Eunews

    No Result
    View All Result
    • it ITA
    • en ENG
    • Politica
    • Esteri
    • Economia
    • Cronaca
    • Difesa e Sicurezza
    • Net & Tech
    • Agrifood
    • Altre sezioni
      • Agenda europea
      • Cultura
      • Diritti
      • Energia
      • Green Economy
      • Gallery
      • Finanza e assicurazioni
      • Industria e Mercati
      • Lettere al direttore
      • Media
      • Mobilità e logistica
      • News
      • Opinioni
      • Sport
      • Salute
    • Editoriali
    • Podcast / L’Europa come non l’avete mai ascoltata
    • Report Draghi
    • Risultati Europee 2024
    • Eventi
    • Le Newsletter di Eunews

    Attenzione