Bruxelles – Blocchi stradali e ancora proteste. Continuano le manifestazioni di agricoltori e associazioni di categoria contro rincari del prezzo del carburante e contro politiche comunitarie giudicate troppo stringenti dal punto di vista ambientale. Dopo le proteste che ieri (primo febbraio) hanno investito il quartiere europeo di Bruxelles, dove era in corso la riunione dei leader dei Ventisette Stati membri Ue, gli agricoltori, ancora scontenti, hanno deciso di proseguire nelle Fiandre, bloccando le autostrade al confine tra Belgio e Paesi Bassi.
“Il segnale è stato dato. Li abbiamo ricevuti sia a livello federale sia a livello europeo”, ha detto il primo ministro belga Alexander De Croo, rivolgendosi agli agricoltori in rivolta. Proprio ieri, a margine dei lavori del Consiglio europeo, De Croo insieme alla presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, e al premier olandese, Mark Rutte, ha incontrato l’organizzazione ombrello degli agricoltori europei, Copa Cogeca, per tendere una mano e rilanciare il dialogo, soprattutto in vista delle elezioni europee di giugno. “C’è l’impegno a continuare a lavorare insieme nelle settimane a venire. Penso che sia giunto il momento di eliminare i blocchi”, ha detto ancora De Croo parlando alla radio VRT.
Per stemperare gli animi, la Commissione europea ha teso la mano agli agricoltori concedendo questa settimana la proroga di un anno alla deroga sugli obblighi del 4 per cento dei terreni a riposo prevista dalla nuova Politica agricola comune. E ha promesso entro la fine del mese una proposta per ridurre gli oneri burocratici della Pac, che vale un terzo del bilancio a lungo termine dell’Ue per 390 miliardi di euro fino al 2027. Una proposta che dovrebbe arrivare prima del Consiglio Ue Agricoltura in programma il 26 febbraio a Bruxelles per dare modo ai ministri dei Ventisette di approvarla.
Intanto, le proteste e le istanze degli agricoltori europei arrivano in agenda a Strasburgo, dove da lunedì a giovedì si riunirà la plenaria del Parlamento europeo. Aumento dei costi per gli agricoltori e necessità di aumentarne il reddito saranno all’ordine del giorno in un dibattito con la Commissione e il Consiglio Ue che avrà luogo mercoledì mattina. Un dibattito che non porterà l’Europarlamento ad adottare una risoluzione ma servirà a mantenere vivo il dibattito. E non è da escludere che le proteste possano arrivare, fisicamente, anche nella capitale alsaziana, mentre sono in corso i lavori del Parlamento europeo.
Pilastro cardine della Commissione europea a guida Ursula von der Leyen, nell’ultimo anno il Green Deal – ovvero, il piano di Bruxelles per trasformare l’economia europea in termini di sostenibilità – ha attirato critiche e alimentato malumori nel tessuto sociale, imprenditoriale e agricolo a cui Bruxelles ha imposto obiettivi ambiziosi (ma necessari) nello sforzo di azzerare le emissioni di gas serra entro metà secolo. Pioggia di critiche e rallentamento di alcuni file legislativi, in particolare proprio quelli agricoli della Farm to Fork, che hanno costretto von der Leyen a ripensare la sua agenda verde, parlando con chiarezza di una nuova fase che strizzi l’occhio al mondo dell’industria, sancita di fatto dall’uscita di scena dell’olandese Frans Timmermans e alla nomina del vicepresidente Maros Sefcovic alla guida del Patto green.Ed e in questo contesto che nelle scorse settimane la Commissione europea ha lanciato un Dialogo sul futuro dell’agricoltura a cui partecipano una trentina di associazioni di categoria e che terminerà in estate, proprio a ridosso delle elezioni europee del 6-9 giugno