Bruxelles – Questa mattina Mario Draghi ha presentato il rapporto “Il futuro della competitività europea”, che ha raccolto un ampio consenso per le proposte presentate, ritenute pragmatiche e fondamentali per il futuro dell’Ue.
A partire dall’autorevole endorsement dell’attuale commissario europeo per gli Affari economici, Paolo Gentiloni: “Il messaggio di Mario Draghi va ascoltato”, è l’appello lanciato dall’ex segretario dem ai vertici delle istituzioni europee. Diversi i commenti dalla compagine Pd a Bruxelles: soddisfatta Camilla Laureti, eurodeputata e vicepresidente del gruppo dei Socialisti e Democratici (S&D), che ribadisce l’urgenza di un intervento, perché “il pericolo è una lenta agonia dell’Unione”. L’eurodeputata sottolinea l’importanza di integrazione per continuare sul modello precedente del Next Generation EU, con investimenti comuni per garantire che l’Ue sia competitiva e green.
Nicola Zingaretti, capodelegazione degli eurodeputati Pd, ricorda che il piano di proposte di Draghi “indica la via corretta per il futuro dell’Europa ed è una sana frustata sulle pigrizie e le omissioni degli Stati nazionali“. Entrambi gli eurodeputati si dicono pronti ad agire in Parlamento europeo per fare sì che si concretizzino le proposte dell’ex-presidente della Banca centrale. Brando Benifei, eurodeputato Pd e coordinatore del Gruppo dei S&D in Commissione Commercio Internazionale, vede il settore dell’alta tecnologia come il grande divisore tra l’economia europea e statunitense, per questo è necessario “accelerare gli investimenti pubblici e privati sull’innovazione tecnologica in Europa“. L’obiettivo è non restare schiacciati dalla concorrenza globale, restando fedeli al proprio modello di sviluppo dell’IA.
Siamo di fronte a una sfida esistenziale: per essere competitivi abbiamo bisogno di più innovazione e più investimenti comuni. Il messaggio di Mario #Draghi all’Unione Europea va ascoltato pic.twitter.com/qINw5xJdqF
— Paolo Gentiloni (@PaoloGentiloni) September 9, 2024
Il presidente del Comitato europeo delle regioni, Vasco Alves Cordeiro, si è congratulato tramite X per il rapporto Draghi, che dimostra che la politica di coesione riveste ancora un ruolo fondamentale e deve essere supportata da altri investimenti in tutte le regioni, “per affrontare le nuove sfide”.
Manfred Weber, presidente del gruppo del Ppe, ringrazia l’economista italiano per la sua analisi e sottolinea come “riconquistare la competitività economica dell’Europa è cruciale per il nostro futuro”. E’ importante ridurre la burocrazia, rafforzando l’apparato economico europeo e il Mercato unico, tramite l’innovazione, con “passi coraggiosi e una strategia rapida”.
Sandro Gozi, segretario generale del Partito democratico europeo e membro della presidenza di Renew, dà pieno sostegno alla proposta di Draghi, aggiungendo che ora è compito della presidente von der Leyen inserire i suggerimenti del report nella sua agenda. L’obiettivo per Gozi è chiaro: “trasformare l’Ue in una vera potenza sovrana, democratica e competitiva“.
Dai Verdi/ALE, i due co-presidenti accolgono le proposte di Draghi, sottolineando l’urgenza degli interventi. Terry Reintke riconosce l’importanza di coniugare competitività e decarbonizzazione. Buono che il rapporto riconosca la presenza preminente del gas fossile nel mercato energetico, come anche la necessità dell’Ue di massimizzare i benefici provenienti dall’energia rinnovabile, per “essere il leader mondiale della transizione verde“. Bas Eickhout aggiunge che è importante incoraggiare l’investimento dei risparmi privati, senza eccessivo deflusso verso gli azionisti. L’Ue dovrà disporre di risorse proprie per “incrementare i finanziamenti a livello comunitario e armonizzare le politiche fiscali tra gli Stati membri”. La politica commerciale dovrebbe coniugarsi con le tecnologie verdi, “promuovendo al contempo partenariati vantaggiosi per tutti, in particolare con i Paesi in via di sviluppo”.
Voce fuori dal coro quella di Pasquale Tridico, capodelegazione del Movimento 5 Stelle al Parlamento europeo. “Draghi boccia Draghi” è il riassunto della posizione espressa sul rapporto, considerato come “un lucido atto di accusa contro le politiche neoliberiste”, che Draghi secondo Tridico non ha mai contrastato. E’ condivisibile il rafforzamento del bilancio europeo, ma per evitare che l’Europa crolli su sé stessa bisogna evitare “l’austerità, l’economia di guerra e le politiche neoliberiste e sovraniste”.
Anche Paolo Borchia, capo delegazione della Lega al Parlamento Europeo, è molto critico sul rapporto, che “attesta che questa Ue, come sosteniamo da tempo, non funziona e deve essere cambiata“. Borchia ribadisce come la Lega abbia chiesto da tempo riforme radicali, che ora vengono confermate da questa analisi, ma nonostante ciò, non ci sia apertura al dialogo “nei confronti di forze alternative allo status quo”.
Il presidente di Eurochambres, Vladimír Dlouhý, commenta osservando la profonda analisi delle criticità alla competitività che ci sono in Ue, tra cui la frammentazione del Mercato unito e la carenza di competenze. Ci si aspetta però che “le prossime lettere di missione per i commissari designati dovranno fornire molte più informazioni” su come concretizzare le soluzioni pragmatiche proposte.
Fredrik Persson, presidente di BusinessEurope, pensa che il report avrà un “ruolo fondamentale nel definire le future strategie e le politiche dell’Ue”. Viene espressa preoccupazione per il futuro economico dell’Europa, che arranca dietro i propri concorrenti globali, e molta attenzione relativamente alla richiesta di una rinnovata strategia industriale, che dovrà concentrarsi sulle forze di mercato, “piuttosto che su un eccessivo intervento pubblico“.
Soddisfazione anche dal settore farmaceutico, come riporta la dichiarazione di Nathalie Moll, direttrice generale di EFPIA, Federazione europea industrie ed associazioni farmaceutiche.
SMEunited, tramite il presidente Petri Salminen, accoglie positivamente le proposte di Draghi e la precisa identificazione dei problemi relativi a competitività e produttività. Tra le priorità dell’associazione per le pmi risulta la riduzione degli oneri amministrativi, maggiore parità con le grandi imprese, miglior funzionamento del mercato unico e dei rapporti con Paesi terzi. L’auspicio è che questi cambiamenti rendano l’Europa nuovamente attrattiva per gli investimenti.
Lamentano la mancanza di menzioni del “più grande settore manifatturiero europeo, l’industria europea degli alimenti e delle bevande“, i rappresentanti di FoodDrinkEurope. L’assenza di approfondimento su questo settore fa domandare quanto effettivamente il rapporto rispecchi la realtà industriale europea. Viene riconosciuta la validità delle raccomandazioni sulla competitività, che dovranno essere attuate quanto prima, per non rendere questa relazione “l’ennesima tigre di carta”.
Una visione alternativa è quella di Christian Schaible, capo di “Industria a inquinamento zero” dell’EEB, Ufficio europeo per l’ambiente. Schaible non è convinto che la strada per il futuro competitivo dell’Europa risieda nell’alimentare tensioni geopolitiche con Cina e Stati Uniti, ma nel “guidare una trasformazione globale” nell’ambito ecologico. La transizione green deve essere fatta in modo corretto, tramite una politica industriale coordinata, che non abbia come valore pilota la competitività, “ma la tutela del pianeta e dei suoi abitanti“.
Per ora sembra che il rapporto Draghi abbia nel complesso raccolto delle reazioni positive e chiaramente a queste si aggiungono le aspettative sulla presidente von der Leyen per vedere come verranno integrate, e concretizzate, le proposte che dovrebbero permettere all’Europa “di non perdere terreno”.