Bruxelles – “C’è un largo consenso” che la competitività deve essere “in cima alla nostra agenda e al cuore della nostra azione”, ha dichiarato la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, presentando l’anticipato rapporto di Mario Draghi durante una conferenza stampa al Berlaymont lunedì (9 settembre).
Secondo il capo dell’esecutivo comunitario, c’è consenso soprattutto su due punti fondamentali. Che il Vecchio continente deve abbandonare al più presto i combustibili fossili, per realizzare la transizione ecologica. E che gli sforzi per aumentare la competitività dell’Unione devono andare in parallelo al mantenimento dell’economia sociale di mercato tipica della tradizione europea, in cui vanno mantenuti il benessere e la prosperità per tutti.
Von der Leyen ha poi menzionato tre esempi per illustrare il lavoro dell’ex numero uno della Bce. Secondo la politica tedesca, per rimanere competitivi dobbiamo gestire al meglio la transizione ecologica e digitale. Dopo il suo primo mandato, durante il quale sono state stabilite le regole per sostenerla, ora è il momento di realizzarla: “Dobbiamo supportare la nostra industria attraverso la decarbonizzazione e l’innovazione”, ha detto, aggiungendo che “dobbiamo agire su tutti i livelli a nostra disposizione”, dall’abbattimento dei costi energetici fino alla riduzione della burocrazia. Un secondo punto è la formazione dei lavoratori, nel senso che “dobbiamo aumentare gli investimenti nelle skill” che vengono richieste dall’economia del nostro tempo, soprattutto nell’ambito delle tecnologie avanzate. Infine, “dobbiamo essere resilienti”: l’Europa ha attraversato molteplici crisi negli ultimi anni, ha detto la presidente, e deve ora trovare il modo di (ri)costruire catene del valore che siano il più possibile solide e sicure.
“Molto di questi rapporti (quello di Mario Draghi sulla competitività europea e quello di Enrico Letta sul futuro del mercato unico, ndr) confluirà – ed è già confluita – nelle linee guida politiche della Commissione” per i prossimi cinque anni, nonché nelle lettere di incarico dei nuovi membri del Collegio, ha dichiarato Ursula von der Leyen alla stampa.
“Un argomento importante è la decarbonizzazione come fonte di crescita”, ad esempio, con l’economia circolare che è già stata centrale nel Green deal, cavallo di battaglia della prima Commissione von der Leyen. Quello che serve è un “piano d’azione unitario sulla decarbonizzazione e la competitività”, ha continuato la presidente eletta, osservando come uno dei pregi del rapporto dell’ex premier italiano sia la ricchezza di “proposte molto concrete” che accompagnano “un’analisi approfondita”.
Allo stesso modo, “la ricerca e l’innovazione devono essere al cuore” degli sforzi per rimettere in carreggiata l’economia europea, “perché sono il volano della competitività”. Lo stesso discorso vale per la questione energetica, così come con la difesa.
“Per quanto riguarda i finanziamenti”, ha continuato von der Leyen, “ci sono dei chiari bisogni in termini di investimento e un finanziamento comune sarà necessario per i progetti comuni europei”, come quelli in difesa o in infrastrutture energetiche transfrontaliere. La soluzione sarà quella di “finanziarli attraverso i contributi nazionali o tramite nuove risorse proprie”, e secondo il capo dell’esecutivo comunitario potremo fare progressi solo se riusciremo a ridurre la frammentazione del mercato unico.
Quanto alle modalità concrete di sostenere questi finanziamenti comuni e alla possibilità di emettere nuovo debito comune, la presidente eletta della Commissione ha sostenuto che “se definiamo priorità comuni, vanno finanziate attraverso soldi europei”, ma senza spingersi oltre le due alternative già citate – contributi nazionali e risorse proprie. Su quest’ultimo punto, ha sottolineato che dev’esserci la “volontà politica degli Stati membri” per procedere con finanziamenti comuni.