Bruxelles – A poco meno di 1000 giorni dall’inizio dell’invasione su larga scala dell’Ucraina da parte della Russia di Vladimir Putin, l’Unione europea ha annunciato nuovi aiuti finanziari per supportare la rete energetica del Paese aggredito. I Ventisette stanno mobilitando 160 milioni di euro per far fronte alle conseguenze degli attacchi russi sulle infrastrutture ucraine, ha annunciato la presidente della Commissione Ursula von der Leyen. Che domani incontrerà il presidente ucraino Volodymyr Zelensky a Kiev.
Nel corso di una conferenza stampa, accanto al direttore dell’Agenzia internazionale dell’energia (Aie), Fatih Birol, la leader Ue ha esposto un piano d’azione articolato in tre punti con cui Bruxelles intende supportare gli sforzi dell’alleato orientale, in cui circa la metà dell’infrastruttura energetica è stata messa fuori uso dai bombardamenti russi (peraltro recentemente inaspritisi) con una perdita stimata dall’Aie di oltre due terzi della capacità di produzione elettrica del Paese.
“Come amici e partner dell’Ucraina, dobbiamo fare tutto quello che possiamo per tenere accese le luci e con l’avvicinarsi dell’inverno dobbiamo tenere caldo il coraggioso popolo ucraino, mentre manteniamo funzionante l’economia” , ha scandito von der Leyen. Stando ai dati forniti dalla presidente, l’Ucraina avrà bisogno di 17 GW di capacità generatrice per l’inverno alle porte, la maggior parte dei quali dovrà essere prodotta direttamente sul territorio.
Cosa prevede il piano per la sicurezza energetica dell’Ucraina
Il primo “pilastro” del piano europeo prevede la “riparazione” delle infrastrutture energetiche: circa l’80 per cento delle centrali geotermiche ucraine sono danneggiate o distrutte, ha detto il capo dell’esecutivo Ue, così come un terzo della capacità idroelettrica. Gli sforzi di Bruxelles mireranno dunque a ripristinare 2,5 GW di capacità elettrica, pari a circa il 15 per cento del fabbisogno invernale di Kiev. Finora, i Ventisette hanno inviato in Ucraina oltre 10mila generatori elettrici e trasformatori.
Il secondo punto riguarda la “connessione”: dopo aver connesso e sincronizzato l’Ucraina alla griglia elettrica dell’Unione, l’obiettivo è di esportare nel Paese aggredito altri 2 GW di energia, per un ulteriore 12 per cento del fabbisogno per l’inverno (una quantità che dovrebbe compensare la perdita di energia subita con l’occupazione della centrale nucleare di Zaporizhzhia). Insieme, dunque, i primi due pilastri coprono oltre un quarto delle necessità energetiche previste per i prossimi mesi.
Il terzo elemento concerne la “stabilizzazione” della circolazione di energia all’interno del Paese, da raggiungere soprattutto attraverso l’aumento della produzione decentrata di elettricità. Anziché fare affidamento su pochi impianti di grandi dimensioni, che diventano facili bersagli per gli attacchi russi, l’idea è quella di creare una rete di generatori più piccoli e più diffusi, come ad esempio i pannelli solari sui tetti degli edifici: più facili da installare, più difficili da colpire, più semplici da riparare. Questo dovrebbe rendere più stabile il flusso di energia da una parte all’altra dell’Ucraina, avanzando nel mentre l’indipendenza energetica e l’utilizzo di fonti rinnovabili. L’Unione sta fornendo pannelli solari a 21 ospedali, e su otto di questi l’installazione dovrebbe terminare entro l’inverno.
Dei 160 milioni annunciati da von der Leyen, circa 60 saranno destinati alle attrezzature per i rifugi, mentre i restanti (che arrivano dagli extraprofitti sugli asset russi congelati) dovrebbero finire nei lavori di riparazione e nella diffusione delle infrastrutture per il passaggio alle energie rinnovabili. Questi finanziamenti vanno ad aggiungersi ai 40 milioni stanziati a inizio mese dall’Ue, e portano il totale degli aiuti sborsati da Bruxelles in campo energetico a oltre 2 miliardi di euro dal febbraio 2022.
Birol ha esortato i governi europei a sostenere senza riserve i sistemi energetici di Ucraina e Moldova, avvertendo che “questo inverno sarà, di gran lunga, la sua prova più difficile“. Il numero uno dell’Aie ha suggerito una decina di soluzioni a breve termine per rimettere in sesto le centrali ucraine danneggiate dagli invasori russi, sostenendo che questa guerra “rappresenta oggi uno dei problemi di sicurezza energetica più urgenti al mondo”. Tra i punti su cui ha insistito maggiormente ci sono la consegna di attrezzature energetiche, la protezione delle infrastrutture, la decentralizzazione del sistema elettrico e l’aumento della fornitura di elettricità da parte dei Ventisette.
L’annuncio del Piano è arrivato in contemporanea ad un voto degli eurodeputati a Strasburgo su una risoluzione (poi approvata) che condannava l’inerzia dei governi europei nel togliere le restrizioni all’uso delle proprie armi in territorio russo da parte degli ucraini, un tema che ha spaccato trasversalmente la maggioranza e l’opposizione italiane.