Bruxelles – In una smentita delle speculazioni che si stavano rincorrendo negli scorsi giorni, il ministro della Difesa tedesco, Boris Pistorius, si è ufficialmente tirato fuori dalla corsa per la cancelleria che è stata innescata dal collasso del governo di Olaf Scholz a inizio mese. L’attuale Bundeskanzler sarà dunque il candidato del Partito socialdemocratico e dovrà cercare di rimanere in carica, invertendo il drastico crollo di consensi dell’Spd.
Per settimane, da quando lo scorso 6 novembre la traballante e litigiosa coalizione semaforo era giunta al capolinea, si sono moltiplicati gli appelli all’interno del principale partito progressista tedesco per cambiare rapidamente il candidato cancelliere per le prossime elezioni anticipate, fissate per il 23 febbraio. La base e alcuni esponenti dei vertici dell’Spd chiedevano a gran voce la sostituzione di Scholz, il cui gradimento è precipitato verticalmente in questi tre anni di governo, con il ministro della Difesa Boris Pistorius, che al contrario è il politico più popolare in Germania.
Per giorni, Pistorius aveva mantenuto una posizione relativamente ambigua, dichiarandosi leale al suo capo, ma senza negare esplicitamente di essere interessato alla candidatura. Fino a ieri sera, quando con un video di tre minuti ha annunciato pubblicamente che si chiamava fuori dalla competizione, dichiarandosi “non disponibile”: “Questa scelta è assolutamente mia, personale e autonoma”, ha scandito, aggiungendo che “non ho lanciato io questo dibattito, non lo volevo e non mi sono proposto per nulla”.
La mossa spiana di fatto la strada a Scholz per diventare (o meglio rimanere) il candidato cancelliere dell’Spd, nel solco della tradizione che vede un cancelliere uscente tentare la rielezione nelle urne alla guida del proprio partito. Secondo le indiscrezioni, su Pistorius sarebbero arrivate pressioni per fare il passo di lato da parte dei vertici socialdemocratici e dello stesso Scholz.
I quadri dell’Spd si riuniranno il prossimo 25 novembre per sancire l’accordo sul candidato cancelliere, mentre Scholz dovrebbe presentare il proprio manifesto elettorale il 30 novembre a Berlino. L’approvazione ufficiale del candidato dovrebbe arrivare al congresso federale in calendario per l’11 gennaio, una quarantina di giorni prima dell’appuntamento con le urne.
I socialdemocratici, che attualmente sono al governo in coalizione (di minoranza) con i Verdi e, fino al mese scorso, con i liberali dell’Fdp, sono dati dai sondaggi intorno al 15-16 per cento, la metà dell’Unione cristiano-democratica (Cdu/Csu) guidata da Friedrich Merz (che viaggia stabilmente sul 32 per cento), il quale a meno di sorprese dell’ultimo minuto diventerà il prossimo capo dell’esecutivo tedesco, archiviando la breve e poco brillante parentesi del cancellierato Scholz. Qualunque sia il destino di quest’ultimo, Pistorius rimarrà una figura di spicco del centro-sinistra tedesco nei prossimi anni, e potrebbe addirittura mantenere il ministero della Difesa anche nel nuovo esecutivo, che potrebbe essere una grande coalizione Cdu-Spd.
Al secondo posto nelle rilevazioni si piazza l’ultradestra dell’AfD con il 18-19 per cento. Gli ambientalisti (che hanno scelto come candidato cancelliere l’attuale ministro all’Economia Robert Habeck) arrancano tra l’11 e il 12 per cento, mentre l’Fdp rischia di non superare la soglia di sbarramento del 5 per cento, che invece dovrebbe essere agevolmente scavalcata dai rossobruni del Bsw.