Bruxelles – Nella Repubblica di Moldova è in atto una sorta di guerra energetica per procura tra la Russia e l’Ue. Dopo lo stop al gas russo attraverso l’Ucraina deciso da Kiev, Gazprom ha deciso di interrompere unilateralmente, senza sfruttare vie alternative come la Trans-balkan pipeline, le forniture alla Transnistria, costola russofila di Moldova autoproclamatasi repubblica nel 1990, lasciando senza luce e riscaldamento gli oltre 350 mila abitanti della regione. Dopo un primo pacchetto d’emergenza da 30 milioni annunciato lo scorso 27 gennaio, Bruxelles e Chisinau hanno concordato oggi (4 febbraio) una strategia biennale che, oltre a contenere i prezzi vertiginosi delle bollette dei cittadini moldavi, nel lungo periodo permetterebbe alla Repubblica ex sovietica di svincolarsi dai ricatti energetici del Cremlino.
In una conferenza stampa congiunta nella capitale moldava, la commissaria Ue per l’Allargamento, Marta Kos, e la presidente di Moldova, Maia Sandu, hanno annunciato un pacchetto da 250 milioni di euro complessivi per il 2025 a sostegno del Paese candidato all’adesione Ue, di cui 100 milioni già entro la metà di aprile. Bruxelles ha messo sul piatto inoltre 60 milioni di euro per la Transnistria, a patto che la regione autonoma adotti una serie di misure in materia di libertà fondamentali e diritti umani. La strategia delineata da Kos e Sandu avrebbe il duplice obiettivo di “svincolare la Moldova dalle insicurezze dell’approvvigionamento energetico russo e di integrarla pienamente nel mercato energetico dell’Ue“.
Contribuirà in una certa misura ad “avvicinare più rapidamente la Moldova all’Ue“, ha affermato la commissaria per l’Allargamento, strappando così definitivamente il Paese alle indebite ingerenze di Mosca. “La Moldova ha attraversato molte prove, ma non siamo mai stati soli. Il Cremlino continua a usare l’energia come arma di ricatto, ma con il sostegno dell’Ue supereremo questa crisi e rafforzeremo la sicurezza energetica del Paese”, ha rilanciato l’europeista Sandu. Dal 2022, il sistema elettrico moldavo è stato collegato alla rete elettrica continentale europea. Il 1° dicembre 2024, la capacità di esportazione dall’Ue verso Ucraina e Moldova è stata aumentata da 1,7 a 2,1 GW, di cui 315 MW per Chisinau.
Nel breve termine, il pacchetto sosterrà i costi energetici della popolazione moldava della riva destra del fiume Dnestr (che separa la Repubblica di Moldova dalla Transnistria). Nei calcoli della Commissione europea, i 250 milioni permetteranno di coprire i costi dell’elettricità in eccesso per tutte le famiglie fino a 110 kWh al mese fino al 31 dicembre 2025. Verrà inoltre istituito un fondo dedicato alle famiglie più esposte. Ad asili, scuole e ospedali verrà compensato l’intero aumento dei costi dell’elettricità, mentre un ulteriore finanziamento di 15 milioni di euro sarà fornito per sostenere le bollette energetiche delle imprese agroalimentari e manifatturiere.
Inoltre, attraverso la mobilitazione di istituzioni finanziarie internazionali, saranno disponibili ulteriori finanziamenti per 50 milioni di euro per investimenti sostenibili in progetti di efficienza energetica da parte di autorità pubbliche locali, famiglie e piccole e medie imprese.
Nel lungo periodo, il sostegno dell’Ue dovrebbe consentire a Moldova di migliorare la propria sicurezza energetica attraverso investimenti e riforme per la transizione energetica e di “garantire la completa eliminazione delle risorse energetiche russe“. Investimenti e riforme saranno incluse nell’agenda di riforma del Piano di crescita della Moldova e saranno attuate fino alla fine del 2026. La commissaria Kos ha confermato inoltre il piano di crescita da 1,8 miliardi di euro per la Moldova, con i primi fondi in arrivo quest’anno. Ribadendo l’impegno europeo per l’adesione della Moldova all’Ue, ha enfatizzato che il processo potrebbe concludersi entro il mandato dell’attuale Commissione.