Bruxelles – L’Ue monitori attentamente la tutela dei diritti umani nel Belpaese. È quanto chiesto dai leader dell’Alleanza Verdi e Sinistra (Avs), Angelo Bonelli e Nicola Fratoianni, ai colleghi deputati che siedono nell’Europarlamento. Con il disegno di legge Sicurezza 1236 (altrimenti noto come Ddl Sicurezza), avvertono, viene represso il diritto democratico al dissenso pacifico: con la sua adozione, l’Italia si avvicinerà pericolosamente a modelli autoritari come quello dell’Ungheria di Viktor Orbán.
“Siamo qui a denunciare il furore e la ferocia ideologica di una destra che in Italia, in nome di una falsa sicurezza, sta comprimendo e mettendo in discussione i diritti civili e diritti umani“: non ha usato mezzi termini il co-portavoce di Europa Verde, Angelo Bonelli, nel denunciare la “deriva autoritaria” che il Ddl Sicurezza, attualmente in discussione al Senato italiano dopo l’approvazione definitiva della Camera lo scorso settembre, starebbe imprimendo al Paese.
Pertanto, ha aggiunto stamattina (4 febbraio) durante una conferenza stampa al Parlamento europeo di Bruxelles, Avs sostiene la richiesta della rete nazionale No Ddl Sicurezza “di fare in modo che l’Italia sia una osservata speciale” all’interno dell’Unione. Dall’insediamento del governo di Giorgia Meloni “sono stati previsti 417 anni di carcere in più nel nostro Codice penale” come conseguenza dell’introduzione di 48 nuovi reati, ha dichiarato. Una dinamica preoccupante che “deve riguardare l’Europa e deve fare in modo che le democrazie reagiscano in maniera molta determinata per mettere al centro la difesa dei diritti civili e dei diritti umani”.
Siamo qui a denunciare la ferocia ideologica di una destra che in Italia, in nome di una falsa sicurezza, sta comprimendo e mettendo in discussione diritti civili e umani. Sosteniamo la richiesta della rete #NoDdlSicurezza di fare in modo che l’Italia sia un’osservata speciale. pic.twitter.com/NLY5pjKiXg
— Angelo Bonelli (@AngeloBonelli1) February 4, 2025
Sulla stessa linea anche l’intervento dell’eurodeputata Benedetta Scuderi, compagna di partito di Bonelli (Greens/Efa all’Europarlamento): “In Europa abbiamo già visto cosa succede quando in uno Stato membro non si rispettano i diritti di dissenso e di protesta, come in Ungheria“, ha detto riferendosi all’erosione delle tutele democratiche e dello Stato di diritto nella nazione mitteleuropea governata ormai da 15 anni dal primo ministro ultranazionalista e filorusso Viktor Orbán. E oggi, ha ammonito, l’Italia “va incontro ai medesimi rischi a causa di un provvedimento liberticida ed autoritario”. Per questo, sostiene, è compito di Bruxelles “continuare a tutelare la democrazia, la protesta, le libertà e i diritti fondamentali“.
Secondo il segretario di Sinistra italiana, Nicola Fratoianni, “il Ddl Sicurezza opera prima sul terreno semantico, escludendo il conflitto e criminalizzando ogni dissenso, poi propone con atti concreti l’obiettivo di espellere ogni possibile protagonismo della società civile“. Una posizione espressa anche dall’eurodeputato Mimmo Lucano (anche lui eletto con Avs, e membro del gruppo The Left a Strasburgo), per il quale il provvedimento in questione “colpisce chi vuole protestare contro un mondo ingiusto“.
L’ex sindaco di Riace ha evidenziato come il Ddl 1236 rappresenti “un passo in più” rispetto ai famigerati decreti Sicurezza adottati tra il 2018 e il 2019 dal governo giallo-verde su impulso dell’allora ministro degli Interni Matteo Salvini, poiché se quelli miravano specificamente “a smantellare il sistema di accoglienza dei richiedenti asilo e a penalizzare l’operato di chi dava loro supporto”, quello attualmente in esame al Senato punta “a criminalizzare ogni forma di dissenso“.

Del resto, non sono solo i partiti dell’opposizione al governo Meloni ad aver puntato il dito contro le gravi criticità presenti nei 38 articoli del provvedimento. Dopo la bacchettata dell’Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa (Osce), che già lo scorso maggio aveva avvertito circa “il potenziale di minare i princìpi fondamentali della giustizia penale e dello Stato di diritto” del Ddl 1236, a dicembre è arrivato anche l’altolà del Consiglio d’Europa, l’organizzazione continentale per la tutela dei diritti umani.
In una lettera indirizzata ai senatori della Repubblica affinché non approvassero il disegno di legge, il commissario per i diritti umani Michael O’Flaherty ha ricordato che “i diritti alla libertà d’espressione e all’assemblea pacifica, sanciti nella Convenzione europea dei diritti umani (Cedu), sono una pietra miliare della società democratica” e che, se adottato, il Ddl Sicurezza “introdurrebbe reati definiti in termini vaghi” e creerebbe “spazio per l’applicazione arbitraria e sproporzionata delle pene e delle restrizioni pertinenti“, giudicate “non compatibili” con gli standard democratici che gli Stati europei dovrebbero rispettae.
L’associazione Antigone ha definito il provvedimento “il più grande attacco alla libertà di protesta della storia repubblicana“, mentre in rappresentanza di Amnesty international Ilaria Masinara ha ribadito la necessità di contrastare la diffusione di un “modello europeo di repressione della protesta” che etichetta come terroristi e criminali le manifestazioni pacifiche di dissenso e di disobbedienza civile. Modello cui, ha sottolineato, i governi fanno ricorso con il pretesto dell’ordine pubblico e della sicurezza.
Per Fratoianni, infine, l’Eurocamera dovrebbe discutere anche di un altro tema centrale nel dibattito pubblico nostrano: il caso della scarcerazione del comandante della polizia libica Njeem Osama Almasri, su cui si sta consumando uno scontro frontale non solo tra maggioranza e opposizioni ma anche tra governo e magistratura. “Vorremmo che questa discussione si apra e che ci sia un’attenzione” oltre i confini nazionali, ha spiegato, poiché si tratta di “una vicenda europea”. Una vicenda che, certifica Bonelli, “demolisce il diritto internazionale e la dignità umana“.