Bruxelles – Il Recovery Fund, lo speciale strumento finanziario varato sulla scia della crisi economica prodotta dalla pandemia di COVID-19 e usato per pagare i piani per la ripresa degli Stati membri (Pnrr), verrebbe usato con eccessiva leggerezza. La Corte dei conti dell’Ue critica il modo in cui la Commissione europea starebbe staccando gli assegni a favore dei governi, innescando lo scontro inter-istituzionale.
L’esecutivo comunitario contesta il passaggio in cui i revisori di Lussemburgo sostengono che il Recovery Fund sia “uno strumento non basato sulla performance”, e quindi sulla qualità delle riforme, la loro velocità, la loro efficienza. Un appunto che fa storcere la bocca a Bruxelles, a cominciare dal vicepresidente esecutivo Raffaele Fitto, responsabile per le riforme: “Il Recovery Fund è un potente strumento che allinea il sostegno finanziario ai risultati ottenuti sul campo”.
L’esecutivo comunitario ha sempre legato l’esborso delle diverse tranche di prestiti e sovvenzioni ai progressi fatti. Verifiche, in sostanza, volta per volta, sulla base prima del programma di riforme e poi sul loro stato di avanzamento e attuazione. Il rilievo della Corte dei conti dell’Ue, dunque, critica il servzio dei portavoce dell’esecutivo comunitario, “non sembra essere basato su alcun riscontro“.
Corte dei conti Ue: “Recovery fund meno ‘green’ di quanto dichiarato”
A Bruxelles si insiste in particolare sui controlli preventivi, vale a dire il via libera a nuove rate se prima non si sono raggiunti obiettivi e traguardi (noti come ‘target’ e ‘milestones’). Sono questi i parametri fondamenti che l’esecutivo comunitario monitora e a cui ha dedicato un portale apposito con l’elenco dei risultati raggiunti.
La Corte dei conti però è di tutt’altro avviso, e nella sua relazione dedicata al tema, entra nel merito della questione. Il regolamento alla base del Recovery Fund “non dà una definizione di ‘performance'”. E’ questa la lacuna giuridica di fondo. Non viene specificato cosa si intende per risultato da raggiungere, quando invece per i revisori di Lussemburgo la performance “corrisponde alla misura in cui un’azione, un progetto o un programma finanziato dall’Unione europea ha conseguito gli obiettivi prefissati e assicura un impiego ottimale delle risorse“. Non si garantisce, in sostanza, che i soldi siano ben spesi.
In altri termini, continua la relazione della Corte dei conti, lo strumento per la ripresa, “presenta molteplici criticità per quanto riguarda la performance, rendicontazione e trasparenza”. Certo, ammettono i revisori, il Recovery Fund, con i suoi 672 miliardi di euro sui 750 miliardi complessivi dell’intero programma di ripresa post-pandemica NextGenerationEU, “ha svolto un ruolo cruciale” per il rilancio economico dell’Unione europea. Tuttavia, si lamenta, “le informazioni sui risultati sono scarse e quelle sui costi effettivi sono inesistenti”. Di conseguenza, “non è chiaro quello che i cittadini ottengono in concreto grazie a questi fondi”.
Ancora una volta, la Commissione europea non ci sta, e sempre Fitto risponde alle accuse e alla critiche. “Incentivando gli Stati membri ad affrontare le sfide strutturali, lo strumento per la ripresa ha accelerato l’attuazione di riforme di vitale importanza in aree quali occupazione, istruzione e mondo delle imprese”.
Anche qui, però, si apre la disputa tra le diverse istituzioni comunitarie. Per la Corte dei conti la Commissione fa male i propri calcoli. Traguardi e gli obiettivi, quindi milestones e target, “forniscono informazioni sui progressi compiuti nell’attuazione delle misure finanziate dall’RRF, focalizzandosi però sulle realizzazioni anziché sui risultati”. Si guarda al dato tecnico-numerico ma non alla sostanza. Una precisazione che ripropone un allarme lanciato dalla Banca centrale europea, che in materia di Recovery Fund e suo utilizzo per i piani di ripresa, ha invitato a considerare la possibilità di fare bene più che nei tempi. Probabilmente si avverte il rischio di sprechi. Dopo quasi un anno anche la Corte di conti giunge a questo implicito ma tutt’altro che velato suggerimento.