Bruxelles – C’era una volta la ‘Nuova lega anseatica‘ e Copenaghen regina dei frugali in Europa. Dei Paesi efficienti, parsimoniosi, invisi a qualsiasi aumento significativo del budget dell’Unione europea, di cui sono ‘contributori netti’. Ma ora non più così: la Danimarca saluta Austria, Svezia e Paesi Bassi – più la Finlandia e i Baltici – e salta sul carro di chi vuole allargare le rigide maglie di spesa del blocco. “Far parte dei quattro Paesi frugali non è più il posto giusto per noi”, ha dichiarato oggi la premier danese Mette Frederiksen. Il motivo è presto detto: la necessità di “riarmare l’Europa”.
Nel bel mezzo dei lavori sul nuovo bilancio pluriennale dell’Unione per il periodo 2028-2035 – la proposta della Commissione è attesa a luglio – la giravolta storica di Frederiksen è ancora più significativa. La Danimarca si appresta infatti a prendere le redini del Consiglio dell’Unione europea, che guiderà fino alla fine dell’anno. Sarà dunque la presidenza danese a cercare un accordo tra i Paesi membri su dimensioni e ripartizioni del budget proposti dall’esecutivo.
In una conferenza stampa insieme a Roberta Metsola, presidente del Parlamento europeo – l’altra istituzione che dovrà dare il via libera al bilancio pluriennale dell’Unione -, Frederiksen ha messo in chiaro: “Abbiamo avuto un ruolo di primo piano nei quattro frugali, ma la prossima volta avremo un ruolo di primo piano in un altro gruppo, perché le cose sono cambiate, il mondo sta cambiando rapidamente e dobbiamo trovare le risposte giuste a tutte le sfide che abbiamo davanti”.
L’ultima volta, quando il termine “frugali” fu coniato, era il 2019, l’Europa doveva ancora conoscere la pandemia di Covid-19, la guerra in Ucraina e la minaccia russa, la crisi energetica e i ricatti commerciali di Washington. Ora, “la cosa più importante è riarmare l’Europa“, è convinta Frederiksen. E la Danimarca è pronta a rompere il tabù del rigore economico, come dimostra il fatto che è già uno dei 16 Paesi che ha richiesto l’attivazione della clausola di salvaguardia nazionale del Patto di stabilità per aumentare le proprie spese militari.
La necessità di proteggersi in un contesto geopolitico sempre più assertivo – e aggressivo – “è il punto di partenza e la conclusione di tutte le discussioni”, ha aggiunto la leader socialdemocratica. Questo significa che “tutte le altre priorità e tutti gli altri principi devo essere affrontati dopo aver preso le decisioni necessarie su come riarmarci”. Meno frugali, ma non per questo meno attenti e rigorosi: “Saremo sempre duri nei negoziati sul bilancio. Non vogliamo che vengano spesi soldi inutilmente, per cose non necessarie per l’Europa”, ha avvertito Frederiksen.












![[foto: Mattia Calaprice/Wikimedia Commons]](https://www.eunews.it/wp-content/uploads/2025/12/Imagoeconomica_1783367-120x86.jpg)