Bruxelles – Il Ppe vuole mantenere la presidenza dell’eurogruppo e ribadire il suo peso politico in seno all’Unione europea. Paschal Donohoe, ministro delle Finanze irlandese e attuale presidente dell’organismo informale cerca una riconferma per un eventuale terzo mandato. L’esponente dei cristiano-democratici di Fine Gael avrà modo di capire se ci sono concorrenti e pretendenti per il ruolo da lui ricoperto in occasione della riunione dell’eurogruppo di giovedì (19 giugno). E’ qui che il processo di selezione entrerà nel vivo del dibattito.
Fin qui avevano espresso interesse per la presidenza dell’Eurogruppo i ministri delle Finanze di Spagna e Lituania, Carlos Cuerpo e Rimantas Šadžius, entrambi socialisti. Nessuno dei due ha però ancora presentato candidatura formale e ufficiale, e inoltre Cuerpo rischia di pagare la crisi che sta investendo il partito socialista spagnolo, con le accuse di corruzione che hanno portato alle dimissioni di Santos Cerdán, terza figura più importante del partito. In sostanza, al momento, proprio come nel 2022, il presidente uscente non ha contendenti. La riunione di Lussemburgo servirà dunque per capire se l’irlandese potrà tenere occupata la sedia per sé e per il Ppe.
Donohoe è stato eletto una prima volta a luglio 2020, per poi essere riconfermato a dicembre 2022. In entrambi i casi ha ottenuto mandati di due anni e mezzi, e un terzo incarico lo porterebbe ad avvicinarlo, per longevità di servizio, al lussemburghese Jean-Claude Juncker, alla guida dell’eurogruppo dall’1 gennaio 2005 al 21 gennaio 2013. Donohoe ha inserito nell’agenda dei lavori un punto alla voce ‘varie ed eventuali’ per discutere della presidenza dell’Eurogruppo. Il suo mandato scade il 12 luglio, e confermerà l’intenzione di andare avanti, dando tempo a chiunque voglia sfidarlo tempo per farlo fino al 27 giugno. In caso di contendenti, nella riunione del 7 luglio si deciderà a maggioranza semplice (almeno 10 voti utili) chi sarà il nuovo presidente.