Bruxelles – Ponti, gallerie e poi ancora snodi ferroviari. La Commissione europea e gli Stati membri dell’Ue iniziano a ragionare sul serio sulla mobilità militare dell’Ue, e lo fanno in stretto coordinamento e insieme ai rappresentanti della Nato. Una speciale riunione del comitato Ten-t per la gestione delle grandi reti, tiene oggi (1 luglio) una seduta che vedrà per ciascuno dei 27 Paesi membri ben due rappresentanti, per difesa e per trasporti, assieme ai commissari Apostolos Tzitzikostas (Trasporti) e Andrius Kubilius (Difesa) e il segretario generale aggiunto della Nato per la Politica e la Pianificazione della Difesa.
La riunione intende predisporre i lavori volti a rafforzare le reti logistiche europee e a soddisfare le esigenze di investimento in infrastrutture critiche, come peraltro rilanciato nel libro bianco per la difesa. Dal rinforzo di ponti all’ampliamento di gallerie fino alla costruzione di raccordi ferroviari, ci sono almeno 500 progetti prioritari, fa sapere la Commissione europea, per permettere lo spostamento di uomini e mezzi, e si intende non solo far partire i cantieri, ma garantire che vi siano tutte le risorse necessarie.
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Gli investimenti si concentreranno sui progetti con il duplice uso più tangibile, garantendo che i miglioramenti infrastrutturali servano sia alle esigenze civili che a quelle militari. I risultati di questo lavoro confluiranno direttamente nel prossimo pacchetto sulla mobilità militare, la cui adozione è prevista entro la fine dell’anno. La consultazione pubblica riservata alle parti interessate del settore si concluderà entro fine agosto, e con quegli input l’esecutivo comunitario metterà a punto le proposte che comunque ruoteranno attorno alla modifica di normative esistenti per incentivare la mobilità militare attraverso incentivi energetici e fiscali, e una proposta di regolamento per un quadro normativo unificato per la fluidità dei movimenti militari in tutta Europa.
Dal Parlamento europeo, intanto, l’esponente del Movimento 5 Stelle, Giuseppe Antoci, mette la mani avanti: “La classificazione del Ponte sullo stretto come spesa militare è una presa in giro dei cittadini e degli impegni assunti in sede Nato”.