Bruxelles – Anche i pacchi di valore inferiore ai 150 euro dovranno essere tassati, e pagare la dogana per poter entrare nel mercato unico. I ministri dell’Economia e delle finanze dell’UE trovano l’accordo politico di principio in sede di riunione di consiglio Ecofin, che apre la strada alla rimozione dell’esenzione fiscale in vigore fin qui. Il nuovo regime si vorrebbe già nel 2026, ma prima bisognerà trovare le soluzioni pratiche. Perché l’accordo è di principio, ma da punto di vista effettivo e operativo andrà sviluppato.
“Questa decisione si rende necessaria per l’aumento dei volumi di prodotti venduti on-line e che arrivano da Paesi terzi, soprattutto la Cina“, scandisce Valdis Dombrovskis, commissario europeo per l’Economia, al termine dei lavori. E’ soprattutto il ‘made in China’ ad essere al centro di un orientamento sostenuto con forza e convinzione dall’Italia. Soddisfatto dunque il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, che saluta quello che non esista a definire “un accordo positivo”. Come spiega, “l’Italia ha sempre appoggiato questa misura, una delle prime in linea con la discussione sulla concorrenza sleale”.

L’aumento del flusso di beni acquistati su internet dall’estero è dunque un campanello d’allarme in termini di evasione fiscale, oltre a essere di per sé “un fenomeno che sta distruggendo il commercio al dettaglio”, denuncia ancora Giorgetti al termine della riunione dell’Ecofin. Si compra su internet anziché a negozio, dove invece si paga IVA, e questo induce a considerare il cambio di passo.
Insorge però l’opposizione italiana. Per Pasquale Tridico, capodelegazione del Movimento 5 Stelle al Parlamento europeo, la tassa sui piccoli pacchi “è l’ennesimo balzello imposto dal governo Meloni ai consumatori”. A suo giudizio “la concorrenza sleale non si combatte tassando le spedizioni dal valore inferiore ai 150 euro, ma contrastando lo strapotere delle multinazionali che eludono il fisco, usano gli algoritmi per disciplinare i turni dei lavoratori e producono senza rispettare le più elementari norme di due diligence”.
L’Ecofin intanto però traccia la via da seguire, una volta che sarà definita nello specifico come intervenire, se attraverso tassa (prelievo utile a finanziare servizi chiaramente identificabili) o imposta (utile al finanziamento generale delle attività di uno Stato). Non è ancora chiaro neppure se la fine dell’esenzione fiscale per i pacchi sotto i 150 euro di valore si tradurrà in entrate per gli Erari nazionali o per la Commissione europea. Su tutto questo si lavorerà con l’obiettivo di dare risposta già al prossimo Ecofin del 12 dicembre.
![Smistamento pacchi [foto: imagoeconomica via UPS facebook]](https://www.eunews.it/wp-content/uploads/2025/11/Imagoeconomica_2297152-750x375.jpg)
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