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    Home » Economia » Berlino e Madrid spingono sul gasdotto transpirenaico, per Bruxelles va predisposto al passaggio di idrogeno

    Berlino e Madrid spingono sul gasdotto transpirenaico, per Bruxelles va predisposto al passaggio di idrogeno

    Guadagna terreno in Ue l'idea di una maxi infrastruttura per portare gas dalla penisola iberica fino all'Europa centrale, ma per la Commissione europea è necessario chiarire come sfruttarne le potenzialità per lo sviluppo di una rete dell'idrogeno

    Fabiana Luca</a> <a class="social twitter" href="https://twitter.com/@fabiana_luca" target="_blank">@fabiana_luca</a> di Fabiana Luca @fabiana_luca
    17 Agosto 2022
    in Economia
    gasdotto

    Bruxelles – Prende terreno in Europa l’idea di una nuova infrastruttura per collegare l’isolata penisola iberica alla rete dell’Europa centrale passando per la Francia, ma secondo la Commissione europea andrebbe predisposta già ora per il passaggio (in futuro) dell’idrogeno e in particolare di quello rinnovabile. Da un lato, una nuova infrastruttura consentirebbe di diversificare l’approvvigionamento di gas nel mercato interno europeo, dall’altro aiuterebbe a sfruttare il potenziale a lungo termine dell’idrogeno ‘verde’.

    Della costruzione di un nuovo gasdotto che attraversi Portogallo, Spagna, Francia, fino a ricollegarsi alla rete dell’Europa centrale (e alla Germania) in nome della sicurezza energetica dell’Unione ha iniziato a parlare nei giorni scorsi il cancelliere tedesco Olaf Scholz, riferendo di colloqui già avanzati con le altre capitali interessate e con la Commissione europea. Secondo il cancelliere un’interconnessione tra la penisola iberica e l’Europa centrale attraverso la Francia è “drammaticamente assente” e ha il potenziale di “alleviare e rilassare la situazione dell’approvvigionamento” di gas, dovute alle tensioni geopolitiche con la Russia.

    Berlino è tra i Paesi Ue più dipendenti dalle importazioni di gas russo ed è alla ricerca di vie alternative alle importazioni da Mosca, soprattutto dopo aver visto naufragare il progetto del raddoppio del gasdotto Nord Stream 1 (attraverso un secondo gasdotto gemello, il Nord Stream 2) sotto la spinta della guerra in Ucraina (avrebbe trasportato a capacità massima altri 55 miliardi di metri cubi di gas dalla Russia alla Germania).

    Così, anche la Spagna e il Portogallo hanno tutto l’interesse a migliorare il collegamento con la rete centrale europea, oggi quasi inesistente. “Questo è qualcosa che il governo spagnolo chiede all’Europa da molto tempo ormai, speriamo di poter presto trasformare questo sogno in realtà”, ha affermato il primo ministro spagnolo Pedro Sanchez rilanciando il tema in una conferenza stampa. La Spagna ad oggi dispone di sei terminali di rigassificazione del gas naturale liquefatto (GNL), un potenziale di rigassificazione enorme se paragonato a quello del resto d’Europa. Ma di soli due collegamenti a bassa capacità con la Francia e alla rete centrale europea, che rendono questo potenziale non sfruttato a pieno. Un progetto di gasdotto per collegare la Spagna nordorientale alla Francia sudorientale, chiamato MidCat, era stato avviato nel 2013, ma è stato abbandonato poco dopo nel 2019 e mai rilanciato.

    “Ulteriori investimenti per collegare i terminali di importazione di GNL nella penisola iberica e la rete centrale dell’UE attraverso infrastrutture predisposte per l’idrogeno possono ulteriormente contribuire a diversificare l’approvvigionamento di gas nel mercato interno e contribuire a sfruttare il potenziale a lungo termine dell’idrogeno rinnovabile”, ha sottolineato a Eunews un portavoce della Commissione europea, interpellato sulla questione. Come affermato nel piano REPowerEU la Commissione “continuerà a sostenere e incoraggiare le autorità spagnole e francesi ad accelerare l’attuazione dei tre progetti esistenti di interesse comune attraverso il Gruppo ad alto livello Europa sud-occidentale con l’obiettivo di aumentare la capacità di interconnessione tra la penisola iberica e Francia”, ha riferito.

    L’idea è che qualunque nuovo progetto legato al gas, sia pensato in una prospettiva di lungo termine per essere riadattato al passaggio dell’idrogeno in futuro. Una riflessione si rende necessaria anche perché la Commissione ha chiesto agli Stati di includere nei loro piani nazionali di ripresa e resilienza (Pnrr) per l’attuazione del Next Generation EU un capitolo dedicato a centrare gli obiettivi del ‘Repower Eu’, il piano presentato lo scorso 18 maggio per affrancare l’Unione europea dai combustibili fossili importati dalla Russia al più tardi entro il 2027. Un nuovo progetto infrastrutturale transfrontaliero nella penisola iberica è citato dalla Commissione tra gli esempi di potenziali progetti da finanziare (contenuti nell’allegato 3 della comunicazione del REPower) per andare incontro alle esigenze infrastrutturali degli obiettivi energetici del REPowerEu ma viene precisato chiaramente che un eventuale gasdotto dovrebbe essere “valutato in vista del suo potenziale a lungo termine per sfruttare l’importante potenziale di idrogeno rinnovabile della penisola iberica, così come del Nord Africa”. Potenzialmente, secondo Bruxelles, una nuova infrastruttura per il passaggio dell’idrogeno potrebbe rappresentare il “primo elemento della spina dorsale dell’idrogeno” in Europa. Al momento il gruppo di alto livello per l’Europa sudoccidentale sta valutando come esplorare ulteriormente il potenziale di idrogeno rinnovabile della penisola iberica e i relativi collegamenti con l’Africa settentrionale.

    Il finanziamento di un potenziale nuovo gasdotto attraverso il RepowerEU sembra l’unica strada percorribile. Solo i cosiddetti progetti di interesse comune (PCI) possono presentare domanda per ricevere finanziamenti europei attraverso il meccanismo per collegare l’Europa (CEF), in cui non rientra più il finanziamento del gas (ma dell’idrogeno).

    Tags: energiagasgasdottoolaf scholz

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