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In Croazia un referendum per impedire costituzionalmente le nozze gay

In Croazia un referendum per impedire costituzionalmente le nozze gay

Si vuole inserire nella Carta la definizione di matrimonio come “unione di un uomo e una donna”. Zagabria per entrare nell'Unione europee si era impegnata a non discriminare gli omosessuali

Si vuole inserire nella Carta la definizione di matrimonio come “unione di un uomo e una donna”
Zagabria per entrare nell’Unione europee si era impegnata a non discriminare gli omosessuali

Gay2La Croazia si appresta a indire il prossimo un referendum per inserire in costituzione il divieto dei matrimoni gay. Il Parlamento di Zagabria ha votato a stragrande maggioranza l’ammissibilità della consultazione, la prima nella storia del Paese balcanico, che si terrà il prossimo 1 dicembre e che è stata sostenuta da una raccolta di firme che a maggio ha raggiunto circa 700 mila sottoscrizioni. Il quesito, promosso da ambienti conservatori e associazioni cattoliche riunite nell’iniziativa “Nel nome della famiglia”, mira a inserire nella Costituzione la definizione del matrimonio come “unione tra un uomo e una donna”. Il referendum ha sollevato l’indignazione di numerose organizzazioni a tutela della parità dei diritti, soprattutto perché Zagabria ha ottenuto il suo ingresso nell’Unione anche grazie ad una legge che vieta di discriminare le persone Lgbt, richiesta da Bruxelles durante i negoziati di adesione. A preoccupare anche il fatto che il referendum in Croazia, anche se di così alto profilo da essere costituente, non richiede il raggiungimento di un quorum, ma solo una maggioranza semplice dei votanti, mentre in Parlamento sono richiesti i due terzi dei deputati per emendare la Costituzione.

Al di là del voto in Aula il governo di centro-sinistra si è detto a più riprese contrario alla proposta di precludere a priori l’istituzione del matrimonio fra coppie omosessuali. Nel 2003 in Croazia sono stati estesi alle coppie gay che abbiano vissuto insieme per almeno tre anni gli stessi diritti riconosciuti alle coppie di fatto eterosessuali, la legge non permette le nozze ma il governo aveva annunciato di voler permettere a gay e lesbiche di registrarsi come “partner a vita”. Da qui l’iniziativa dei referendari che hanno sostenuto di aver voluto “prevenire la ripetizione in Croazia di quanto avvenuto in Francia”, dove di recente sono state legalizzate le nozze omosessuali.

A favore del referendum si erano schierati i partiti di centro-destra e tutte le comunità religiose, in primo luogo la Chiesa cattolica e il cardinale e arcivescovo di Zagabria, Josip Bozanic, che in un’omelia aveva invitato i fedeli ad appoggiare l’iniziativa. La consegna della firme  fu pianificata proprio alla vigilia del Gay Pride, tenutosi a Zagabria il sedici giugno con lo con lo slogan “Questo è un Paese per noi tutti” e a cui parteciparono circa 15 mila persone, facendone la più grande sfilata per i diritti Lgbt mai tenuta nel Paese, nonché una delle più imponenti mai avvenute nell’Europa centro-orientale.

A.B.

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