- L'Europa come non l'avete mai letta -
sabato, 6 Dicembre 2025
No Result
View All Result
  • it ITA
  • en ENG
Eunews
  • Politica
  • Esteri
  • Economia
  • Cronaca
  • Difesa
  • Net & Tech
  • Agrifood
  • Altre sezioni
    • Cultura
    • Diritti
    • Energia
    • Green Economy
    • Finanza e assicurazioni
    • Industria e Mercati
    • Media
    • Mobilità e logistica
    • Salute
    • Sport
  • Newsletter
  • Invasione russa in Ucraina
  • Energia
  • Israele
  • Usa
    Eunews
    • Politica
    • Esteri
    • Economia
    • Cronaca
    • Difesa
    • Net & Tech
    • Agrifood
    • Altre sezioni
      • Cultura
      • Diritti
      • Energia
      • Green Economy
      • Finanza e assicurazioni
      • Industria e Mercati
      • Media
      • Mobilità e logistica
      • Salute
      • Sport
    No Result
    View All Result
    Eunews
    No Result
    View All Result

    Home » Editoriali » Tony d’Arabia

    Tony d’Arabia

    Diego Marani di Diego Marani
    16 Giugno 2014
    in Editoriali
    Immagine tratta da www.businessinsider.com
    Immagine tratta da www.businessinsider.com

    Le recenti esternazioni di Tony Blair sulla crisi irachena confermano platealmente il suo asservimento a poteri che perseguono propri interessi geopolitici senza farsi troppe remore se questo comporta distruzione e massacro.

    Il dottor Stranamore falso-laburista nato nel vivaio dei grandi mistificatori inglesi di cui anche Cameron è un rampollo, afferma oggi con sorprendente leggerezza che la disgregazione dell’Iraq e l’insorgere delle bande estremiste dell’ISIL non hanno nulla a che fare con la guerra da lui scatenata assieme a Bush nel 2003. Il rovesciamento di Saddam Hussein sarebbe comunque arrivato assieme alle primavere arabe, sostiene in sintesi l’uomo responsabile di una guerra che ha fatto centinaia di migliaia di morti civili e distrutto uno stato sovrano. Ma dimentica di ricordarci che il suo obiettivo dichiarato per l’invasione dell’Iraq non era il rovesciamento di Saddam bensì la caccia alle mai trovate armi di distruzione di massa e già così affoga nelle contraddizioni.

    La ricetta che suggerisce Blair per guarire tutti i mali mediorientali è quella dell’intervento in Siria, e lo sproposito si commenta da solo a vedere la complessità dello scenario. Come intervenire in una guerra dove l’opposizione ad Assad è una costellazione di movimenti insondabili? Con quale missione? Con quale efficacia senza l’avallo russo? La Russia poi fu l’unica ad avere qualche idea al riguardo, come il sequestro delle armi chimiche di Assad. L’esperienza di tutti gli errori commessi da Blair mostra proprio che è vero il contrario. Come Saddam ieri oggi Assad è il male minore, tiranno colpevole certo di massacri ma comunque un argine all’integralismo quaedista attizzato proprio dalle guerre afghana e irachena. Comunque impensabile spodestarlo ora che la sua supremazia militare si conferma. Probabilmente finanziata dagli stessi interessi che hanno armato la coalizione della seconda guerra del Golfo.

    Già, i venditori di armi che non conoscono principi e anche noi italiani vantiamo in questo una competitiva industria. E poi spodestare Assad per insediare chi? In questo momento una comunità di intenti fra le grandi potenze sulla questione siriana è impossibile. Anche per la debolezza degli USA, dissanguati dalla guerra afgana. E se l’Occidente intervenisse oggi in Siria nel disordine con cui è intervenuto in Libia, avremmo un altro Afghanistan sulla porta di casa. Se Blair e Bush non avessero scatenato la guerra contro Saddam, in Iraq come in Siria si sarebbe potuto accompagnare il cambiamento, realisticamente offrendo una via d’uscita ai loro despoti. La democrazia in questi paesi non la si può iniettare come un vaccino. Deve crescere col tempo, passando per vari stadi di turbolenza e regimi autoritari comunque preferibili alla guerra a oltranza. Arroccarsi su posizioni di principio non è la più nobile delle opzioni quando per abbattere un tiranno si sacrificano migliaia di persone e si innesca un processo irreversibile di rese dei conti. Bush può essere accusato di profonda ignoranza della questione mediorientale. Per uno che deve avere imparato la storia sui videogames, capire la differenza fra uno sciita e un sunnita può essere impervio. Ma Blair, primo ministro dell’antica potenza coloniale che dominava l’Iraq, non poteva non sapere a che cosa metteva mano.

    Oggi la miccia della polveriera irachena, minacciando il Kurdistan iracheno, si estende alla Turchia che ha interessi petroliferi nella zona e ostaggi nelle mani dell’ISIL. Non bisogna dimenticare che il nord iracheno di Tal Afar è abitato da turcomanni che Ankara si sente in dovere di proteggere. La voglia turca di menare le mani è grande anche in Siria e gli americani faticano a tenerla a freno. Di fatto oggi l’Iraq si è disintegrato in tre parti e la divisione potrebbe diventare definitiva. Forse un’evoluzione inevitabile e in fin dei conti risolutiva se non fosse che la componente sunnita è dominata dai terroristi dell’ISIL. Comunque un processo dove l’Occidente si è privato di ogni capacità di influenza dopo gli interventi armati degli ultimi decenni.

    Per tutte queste ragioni un uomo come Blair dovrebbe non avere più alcun credito sulla scena politica mondiale. Il fatto poi che un guerrafondaio simile ricopra l’incarico di inviato per la pace dell’ONU in Medio Oriente è semplicemente grottesco e la dice lunga sulla credibilità che il Quartetto per il Medio Oriente può avere nella regione e agli occhi dei tanti iracheni che hanno visto il loro paese distrutto dalle bombe angloamericane.

     

    Tags: AssadBushIraqSaddam HusseinsiriaTony Blairturchia

    Ti potrebbe piacere anche

    [foto: Vincenzo Livieri/imagoeconomica]
    Politica Estera

    Afghanistan, l’UE vuole accelerare i rimpatri nel Paese dei talebani

    14 Ottobre 2025
    Cipro
    Politica Estera

    Cipro: L’Eurocamera condanna la detenzione di cinque ciprioti nel filo-turco Nord

    11 Settembre 2025
    Domande di asilo in calo
    Cronaca

    Le domande di asilo nell’Unione Europea diminuiscono del 23 per cento

    8 Settembre 2025
    Politica Estera

    Siria, l’Ue punta alla riattivazione piena della delegazione a Damasco

    23 Giugno 2025
    Politica Estera

    Siria, Ue al lavoro per i rimpatri. Frontex: “Oltre mille ritorni da marzo”

    30 Maggio 2025
    Volodymyr Zelensky
    Politica Estera

    Ucraina, tutti gli occhi su Istanbul (ma senza Putin e Zelensky)

    15 Maggio 2025

    TUTTI GLI EVENTI CONNACT

    Il Rapporto Draghi in italiano

    di Redazione eunewsit
    9 Settembre 2024
    CondividiTweetCondividiSendCondividiSendCondividi
    Made with Flourish
    (Photo by ANDREW CABALLERO-REYNOLDS / AFP)

    Gli USA vogliono “coltivare la resistenza” al declino dell’Europa. Da Bruxelles no comment

    di Simone De La Feld @SimoneDeLaFeld1
    5 Dicembre 2025

    La Strategia di sicurezza nazionale delineata dall'amministrazione Trump è uno schiaffo all'Europa, che rischia la "scomparsa della civiltà" a causa...

    Un operaio anziano [foto: Carlo Carino/imagoeconomica via IA]

    Gli italiani a Meloni: “‘No’ all’aumento dell’età pensionabile”

    di Emanuele Bonini emanuelebonini
    5 Dicembre 2025

    L'ultimo sondaggio Eurobarometro vede una chiara contrarietà a lavorare di più. La maggioranza invitata a riformare lavoro e sanità, potenziando...

    (Photo by Gints Ivuskans / AFP)

    ICE ascolta l’Europa: “La nuova policy e le nuove procedure di procurement della NATO”

    di Redazione eunewsit
    5 Dicembre 2025

    Per il direttore dell'Ufficio di Bruxelles, Tindaro Paganini, "è essenziale che le aziende italiane conoscano alla perfezione" le nuove procedure...

    Il futuro premier ceco e leader di Ano, Andrej Babiš (foto: via Imagoeconomica)

    Repubblica Ceca: Andrej Babiš risolve il suo conflitto d’interessi, non è più “Babisconi”

    di Enrico Pascarella
    5 Dicembre 2025

    Il futuro primo ministro ha annunciato che si libererà delle partecipazioni nella sua multinazionale Agrofert. Il 100 per cento delle...

    • Editoriali
    • Eventi
    • Lettere al direttore
    • Opinioni
    • Risultati Europee 2024
    • Chi siamo
    • Contatti
    • Privacy Policy
    • Cookie policy

    Eunews è una testata giornalistica registrata
    Registro Stampa del Tribunale di Torino n° 27

    Copyright © 2025 - WITHUB S.p.a., Via Rubens 19 - 20148 Milano
    Partita IVA: 10067080969 - Numero di registrazione al ROC n.30628
    Capitale sociale interamente versato 50.000,00€

    No Result
    View All Result
    • it ITA
    • en ENG
    • Politica
    • Esteri
    • Economia
    • Cronaca
    • Difesa e Sicurezza
    • Net & Tech
    • Agrifood
    • Altre sezioni
      • Agenda europea
      • Cultura
      • Diritti
      • Energia
      • Green Economy
      • Gallery
      • Finanza e assicurazioni
      • Industria e Mercati
      • Lettere al direttore
      • Media
      • Mobilità e logistica
      • News
      • Opinioni
      • Sport
      • Salute
    • Editoriali
    • Podcast / L’Europa come non l’avete mai ascoltata
    • Report Draghi
    • Risultati Europee 2024
    • Eventi
    • Le Newsletter di Eunews

    No Result
    View All Result
    • it ITA
    • en ENG
    • Politica
    • Esteri
    • Economia
    • Cronaca
    • Difesa e Sicurezza
    • Net & Tech
    • Agrifood
    • Altre sezioni
      • Agenda europea
      • Cultura
      • Diritti
      • Energia
      • Green Economy
      • Gallery
      • Finanza e assicurazioni
      • Industria e Mercati
      • Lettere al direttore
      • Media
      • Mobilità e logistica
      • News
      • Opinioni
      • Sport
      • Salute
    • Editoriali
    • Podcast / L’Europa come non l’avete mai ascoltata
    • Report Draghi
    • Risultati Europee 2024
    • Eventi
    • Le Newsletter di Eunews

    Attenzione