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Renzi: “Ho fiducia negli stress test Bce, ma dobbiamo dire la nostra in Europa sulle banche”
Matteo Renzi

Renzi: “Ho fiducia negli stress test Bce, ma dobbiamo dire la nostra in Europa sulle banche”

Per il presidente del Consiglio il sistema bancario italiano è "complessivamente in salute”, e gli istituti che sono in condizioni “più critiche”, come Monte dei Paschi di Siena e Carige, “stanno lavorando” per rimettersi a posto

“Da cittadino europeo ho fiducia negli stress test” fatti dalla Bce per valutare lo stato di salute delle banche. Matteo Renzi lo ha dichiarato stamattina davanti alla platea degli industriali bresciani. Secondo il presidente del Consiglio, le analisi fatte dalla Banca centrale europea mostrano “un sistema bancario italiano complessivamente in salute”, e “quelle realtà” che invece sono in condizioni “più critiche”, Monte dei Paschi di Siena e Carige, “stanno lavorando”  per rimettersi a posto.

Il premier ha però sottolineato che bisogna “decidere cosa devono fare le banche”. Il riferimento, anche se non esplicito, è alla trasmissione di liquidità all’economia reale, alla necessità di imprese e famiglie di ottenere l’ossigeno necessario a far ripartire investimenti e consumi. Su questo punto Renzi è convinto che “dobbiamo andare a dire la nostra anche in Europa”. E’ possibile farlo, secondo il presidente del Consiglio, perché “a differenza di altri Paesi” l’Italia “non ha messo soldi per salvare le banche”, e non ha avviato “una competizione” con gli altri Stati membri, che pure “potremmo permetterci di fare”.

Insomma, “l’Italia non ne può più di andare in Europa per sentirsi dire, da burocrati e funzionari esperti, che bisogna fare i compiti in casa”. Anche perché, ha precisato il premier, “se diamo all’Europa 20 miliardi di euro e ne riceviamo 10, vuol dire che siamo noi a pagare lo stipendio a quei funzionari e burocrati esperti”.

Il capo del governo è tornato anche sulle riforme, cui ha dedicato gran parte del suo intervento. “Se facciamo le cose che abbiamo promesso a noi stessi, non ai nostri partner europei – ha sottolineato –, allora l’Italia sarà la locomotiva d’Europa”. Il premier ha poi ricordato i provvedimenti che sono già in itinere, come la riforma costituzionale, quella della giustizia, quella fiscale e soprattutto la più criticata delle riforme, quella del lavoro, per la quale oltre alle proteste dei sindacati, manifestate anche oggi, fuori dalla fabbrica che ha ospitato l’incontro degli industriali, il premier sta affrontando uno scontro anche con la minoranza interna al suo partito.

Alle riforme ha dedicato un passaggio anche il presidente della Confindustria Giorgio Squinzi. “Se procederanno con passo spedito garantiranno credibilità” in Europa, ha dichiarato il leader degli industriali. Poi Squinzi ha parlato dei fondi strutturali che arrivano da Bruxelles, indicando la necessità di usarli per “investimenti concentrati su pochi progetti infrastrutturali, invece che disperderli in mille rivoli”. Infine, il presidente di Confindustria ha chiesto “certezze sul piano di investimenti di Junker”, perché convinto che l’intervento annunciato dal presidente della Commissione Ue possa essere decisivo nel far ripartire l’economia europea.

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