“L’elezione del Capo dello Stato non rallenta le riforme”. Al contrario, “mette il turbo”. La pensa così il presidente del Consiglio Matteo Renzi, il quale lancia, dai microfoni di Rtl 102,5, il suo “avanti tutta!”. Il premier è fiducioso che la sua forzatura per l’elezione di Sergio Mattarella al Quirinale non avrà conseguenze sul percorso riformatore. Il Pd si è ricompattato, e anche gli alleati di governo del centrodestra, con in testa l’Ncd del ministro degli Interni Angelino Alfano, alla fine sono tornati nei ranghi, pur con qualche malumore.
Pure Forza Italia – sebbene la componente dell’europarlamentare Raffaele Fitto continui a chiedere l’abbandono del patto del Nazareno, che prevede la collaborazione con il premier per le riforme istituzionali – non dovrebbe rappresentare un problema. Renzi sottolinea come “Fi abbia interesse a strarci” nel percorso di modifica delle istituzioni. La sua collaborazione darebbe “l’idea di riforme condivise”, secondo il premier, il quale però avverte: “non ha senso rimettere in discussione tutto”. Di conseguenza, “noi si va avanti comunque” ammonisce, e se Berlusconi non ci sta, si procederà “anche senza”. Il premier spera nella prosecuzione del dialogo con Forza Italia, per non dover concedere eccessive aperture a sinistra. Versante sul quale, però, è in corso una distensione con Sel, dopo il contributo del partito di Nichi Vendola all’elezione di Mattarella.
Intanto, sul fronte esterno, il capo dell’esecutivo si prepara a incontrare, domani a Roma, il suo omologo greco Alexis Tsipras. Nel bilaterale, al quale saranno presenti anche i ministri dell’Economia dei due paesi, Pier Carlo Padoan e Yanis Varoufakis, si discuterà delle nuove proposte di Atene per un piano alternativo a quello concordato con la Troika dal governo Samaras per il rientro del debito.
Renzi, che ieri ha avuto un lungo colloquio telefonico con il cancelliere tedesco Angela Merkel, sostiene che sulla Grecia “serve grande senso di serietà, di prudenza e di responsabilità”. È di questo che “discuterò domani con Tsipras, come ne ho discusso ieri con Merkel”, annuncia il premier, aggiungendo che “continueremo a discuterne con tutti gli altri, a partire da Hollande”. Come anticipato dal sottosegretario alle Politiche Ue Sandro Gozi, il governo italiano si pone l’obiettivo di fare da mediatore tra Atene e l’Ue.
La telefonata tra Renzi e Merkel ne è la testimonianza. Da quanto emerge, il contenuto del colloquio si è incentrato sulle conseguenze che avrebbe in Europa un inasprirsi della crisi greca. Renzi avrebbe dato rassicurazioni sul fatto che chiederà a Tsipras di rispettare gli impegni. Ma è lecito attendersi che l’Italia terrà una linea morbida, aperta al dialogo. Perché le idee del premier sull’Ue non sono cambiate. “Vogliamo spostare la discussione dall’austerity e dal rigore alla crescita e a gli investimenti”, conferma. Si tratta di “una posizione su cui siamo in prima linea”, prosegue, e si dice “contento sia una posizione che condividono in tanti”.
Quanti saranno, questi “tanti”, lo si vedrà anche al prossimo Consiglio europeo, dove si discuterà di governance dell’euro, di unione economica, unione di bilancio e unione politica. In questa ottica, l’incontro di domani è importante per due motivi. Da un lato per avere in Atene un alleato sulle proposte che l’Italia porterà avanti. Dall’altro, se Renzi riuscirà a dimostrare di avere buone capacità di mediazione con Tsipras, otterrà maggior credito anche dagli altri partner europei. Sarà dunque più forte per chiedere l’accelerazione verso il cambiamento che auspica. Perché “l’Ue si sta mettendo sulla strada giusta”, indica il premier, ma “bisogna andare un pochino più veloci”. Con “un po’ meno burocrazia, un po’ più crescita e investimenti”, conclude, “sono convinto che ce la faremo” a uscire dalla crisi “anche in tempi più rapidi di quanto” non pensassimo.