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Moscovici: Così la governance europea non regge, né per l'economia né per la democrazia
Dombrovskis (sx) e Moscovici (dx)

Moscovici: Così la governance europea non regge, né per l'economia né per la democrazia

"Abbiamo l'obbligo di dare una spinta politica in avanti". Dombrovskis: I salari aumentino insieme alla produttività. Audizione al Parlamento europeo

Bruxelles – La governance dell’Europa economica così com’è ora non va, non funziona né dal punto di vista economico né da quello democratico. Lo hanno ribadito il vice presidente della Commissione europea responsabile per l’euro Valdis Dombrovskis e il commissario competente per gli Affari economici Pierre Moscovici durante un’audizione al comitato economico del Parlamento europeo, presieduto dall’italiano Roberto Gualtieri.

“Attualmente gli strumenti di gestione la gestione dell’Unione non funzionano e non reggeranno nel lungo periodo né dal punto di vista economico né da quello democratico”, ha spiegato Moscovici, che venerdì sarà ospite in Italia, a Roma, del convegno annuale di EUNEWS “How Can We Govern Europe?”. Secondo il politico francese ora “abbiamo l’obbligo di dare una spinta politica” all’unione economica e monetaria, sulla scia del lavoro dei “Cinque presidenti” (Commissione, Consiglio, Parlamento, Bce ed Eurogruppo) sulla nuova Governance della zona euro. Ci saranno due fasi, secondo questo progetto, ma, dice Moscovici “la prima, quella concentrata sulla crescita e la seconda, sulla solidarietà e la democrazia, dovranno camminare di pari passo”, ma anche disciplina nei conti da parte dei Paesi, perché “non c’è disciplina senza solidarietà ma anche non c’è solidarietà senza disciplina”. La seconda fase non va mai persa di vista anche implementando la prima”. In questo tema Dombrovskis ha sottolineato che “dovremo assicurarci che i salari crescano in linea con la produttività, che dobbiamo aumentare”.

Sul fronte della democratizzazione della governance europea Moscovici ha poi sottolineato che vanno rafforzati gli scambi con il Parlamento europeo. “E’ qualcosa che non può aspettare – ha sostenuto – Abbiamo bisogno di scambi più regolari con il Parlamento”. Rispondendo poi a quanti chiedono un Parlamento “speciale” per i Paesi della Zona euro il commissario ha tagliato corto: “Il Parlamento europeo è il Parlamento dell’Eurozona, e noi vogliamo che abbia questa spinta politica”. Poi “i parlamentari dei Paesi della moneta unica, all’interno del Parlamento, se vorranno avviare un confronto più stretto, ovviamente, potranno farlo”, ha concluso,

Secondo i due membri della Commissione, “ora siamo più forti nel far fronte alle crisi di quanto fossimo nel 2008, siamo più solidi”, come ha detto Moscovici. Ed anche l’ultima emergenza, quella dei migranti e dei rifugiati, è già oggetto di riflessione per la Commissione europea, “come ci è stato chiesto anche dal presidente Gualtieri”, ha ricordato il commissario.

Immancabile anche un accenno alla Grecia, con Dombrovskis che difende il lavoro fatto: “Una Grexit – ha detto – sarebbe stata un fallimento. Ora dobbiamo essere concentrati sull’implementazione delle riforme e sulla messa dell’economia ellenica sul binario della crescita”.

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Economia

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Un bilancio da integrare con circa 113 miliardi di euro di pagamenti in sovvenzioni nel quadro di NextGenerationEU, lo strumento varato dall'Ue per per la ripresa economica dalla pandemia. La Commissione riconosce che l'Unione europea ha affrontato "sfide eccezionali negli ultimi anni", tra cui un'inflazione in rapido aumento, "che ha esercitato una notevole pressione sulla capacità del bilancio di rispondere ulteriormente ai nuovi sviluppi