Roma – “Daesh non può essere sconfitto senza una soluzione politica al conflitto siriano”. L’Alto rappresentante per la politica estera e di sicurezza dell’Ue, Federica Mogherini, lo ha sottolineato nel corso della riunione dello ‘small group’ della coalizione internazionale anti-Isis che si è tenuta oggi a Roma ed è stata presieduta dal segretario di Stato americano, John Kerry, e dal ministro degli Esteri Paolo Gentiloni. Per il capo della diplomazia europea, la “minaccia globale” dell’autoproclamato Stato islamico va contrastata “focalizzandoci su Siria, Iraq, Libia e Afghanistan”. Una lotta che dunque va condotta in “una regione più ampia e in Europa”, dove il sedicente califfato tenta di fare proselitismo e seminare terrore.
Riguardo alle priorità della strategia, Mogherini ha indicato la necessità di porre fine agli attacchi sui civili e avere un accesso per gli aiuti umanitari nelle zone della Siria in cui, ha denunciato Kerry, “il regime di Bashar al Assad usa la fame come uno strumento militare” per contrastare gli oppositori politici. Poi bisogna rafforzare la sicurezza nelle aree liberate, anche in Iraq. Obbiettivo per il quale “abbiamo chiesto alla coalizione un maggiore contributo economico”, ha detto ancora lo statunitense. Infine, l’Alto rappresentante Ue ha invitato a “non dimenticare la Libia”. Lì, per il ministro degli Esteri, Paolo Gentiloni, “entro una decina di giorni” dovrebbe arrivare la formulazione di una nuova proposta di governo di unità nazionale – dopo che la prima è stata bocciata – e la sua approvazione da parte del Parlamento di Tobruk.
Il nodo da sciogliere per sconfiggere Daesh, però, rimane la crisi Siriana. Il titolare della diplomazia statunitense ha sottolineato come sia molto importante la riunione dei ministri della difesa di tutti i paesi della coalizione, che decideranno “quanti mezzi verranno impiegati e chi li metterà a disposizione”. Ma soprattutto è stato avviato un faticosissimo tentativo di mediazione tra il regime in carica e gli oppositori di Assad. “Dopo anni di divisioni – ha sottolineato Mogherini – c’è spazio per la speranza”. Tuttavia, quella in cui sta operando l’inviato speciale dell’Onu, Staffan de Mistura, è “una finestra di opportunità che non resterà aperta per sempre”, ha ammonito invitando la coalizione a investire molto in questo dialogo.