L’elefante nella stanza europea
…non è la Brexit, secondo Larry Elliot sul Guardian, ma il fatto che anche in caso di permanenza del Regno Unito nell’UE, se l’Unione non riuscirà a risolvere i suoi problemi va incontro ad una fine certa. E il problema, secondo Elliot, è l’euro – o si procede verso una maggiore integrazione corredata da sistema bancario unico, ministro del tesoro e ministro delle finanze democraticamente eletti, oppure che ci sta a fare l’UE così com’è?
Fieri di vivere a Saint Denis
I cittadini di Saint Denis si mobilitano contro il più recente ritratto della loro città – quello fatto da Figaro, che la definisce la “Molenbeek francese” – e su Libération ricordano che è invece una città muticulturale, dove vivono oltre 100mila persone di origini, opinioni e religioni differenti, senza che nessuna prenda il sopravvento sull’altra.
Europa “all’italiana”
The Economist dedica un pezzo alla strategia di Matteo Renzi in vista del 60 anniversario dei Trattati nella rubrica Charlemagne: l’Unione ha bisogno dell’Italia, soprattutto mentre la Francia è distratta dai problemi economici e politici interni, e il Regno Unito deve prepararsi al referendum sulla Brexit – ma forse Renzi è arrivato al potere al momento sbagliato, quando appunto tutti sono impegnati “in altro” e non dedicano attenzione alle ambiziose proposte riformatrici. Wait and See.
I problemi della Polonia
In un’intervista sul Corriere di Paolo Valentino, Antoni Macierewicz – Ministro della Difesa polacco – ricorda che “in Polonia ci sono già un milione di rifugiati dall’Ucraina, fuggiti dalla guerra, e noi non chiediamo di trasferirli in Italia. Poi, quelli che vengono dal Nord Africa, dalla Siria non cercano lavoro in Polonia ma vogliono andare in Germania, nei Paesi scandinavi o nel Nord Italia. Mica possiamo costringerli e chiuderli in campi profughi in Polonia. Se qualcuno vuole vivere in Polonia, una volta accertato che sia un vero rifugiato, siamo pronti ad accettarlo.”
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