Bruxelles – Niente più moschetto o archibugio. Le armi da fuoco tra le più antiche d’Europa rischiano di sparire dalla circolazione, anche nelle loro copie moderne. A chiedere che la loro riproduzione storica venga interrotta è stata la presidenza (dei Paesi Bassi) del Consiglio europeo che ha avanzato la richiesta all’interno del quadro della direttiva europea sulle armi da fuoco. Ad essere in pericolo, non sono solo i fucili usati – per esempio – nella battaglia di Waterloo, ma anche tutti quelli della cosiddetta “categoria D”, cioè quelli “lunghi a colpo singolo a canna liscia”.
La riforma della direttiva, che modifica la precedente de 1991 (emendata nel 2008), era stata pensata dalla Commissione europea dopo appena cinque giorni dagli attacchi di Parigi del 13 novembre scorso. Il suo primo scopo dunque, doveva essere quello di combattere il traffico illegale di armi per evitare che finissero nelle mani di terroristi o di esponenti della criminalità organizzata. L’ultima richiesta della presidenza dei Paesi Bassi, che spera di chiudere la questione entro la fine del suo semestre (30 giugno 2016), però, va in un’altra direzione e sembra penalizzare gli appassionati del settore più che i terroristi.
La nuova misura, se accettata, non riguarderà solo i collezionisti e gli appassionati di rievocazione di battaglie storiche. Ma anche i cacciatori, gli attori delle rievocazioni storiche e i tiratori al bersaglio di quei Paesi in cui le armi a colpo singolo si usano ancora. Per un totale di 12 milioni di proprietari, in tutta Europa, che si troveranno davanti a nuove regole e a nuove procedure amministrative da seguire. Da non sottovalutare anche l’aspetto economico della questione: molte delle armi che si vogliono mettere al bando sono vendute in diversi Stati membri – fra cui anche l’Italia- e rappresentano un’importante fetta di mercato.
Le restrizioni chieste dalla presidenza olandese non finiscono qui, perché coinvolgono anche i tiratoti sportivi. Per loro si chiede l’introduzione di nuovi vincoli sulle dimensioni dei caricatori e l’iscrizione obbligatoria a un’organizzazione di tiro. Chi non si adatterà a questo regolamento, non potrà gareggiare.
“Chi potrà mai credere che la rimozione della “categoria D” e il divieto della riproduzione di armi da fuoco antiche contribuirà efficacemente alla lotta contro la criminalità organizzata o il terrorismo?”, hanno commentato dalla Face (Federazione europea delle associazioni per la caccia e la conservazione). “I criminali che usano i kalashnikov e i commercianti d’armi che riforniscono i terroristi sul mercato nero non saranno interessati da questi nuovi vincoli che colpiscono solo i cittadini onesti”, insiste Filippo Segato, segretario generale della Face, che avevano espresso il suo disaccordo, fin dall’inizio della revisione, su molti dei punti toccati dalla direttiva.
Il portavoce della presidenza, Edmond Messchaert, ha rilasciato un breve commento a Eunews sulla questione, ricordando che i negoziati sono ancora in corso: “La presidenza ha condotto molte discussioni sia sul piano tecnico che su quello politico. La nuova direttiva cerca di trovare, da un lato, un equilibrio tra il mercato interno delle armi da fuoco che sono ammesse, dall’altro di migliorare la sicurezza dei cittadini dell’Ue. I negoziati sono ancora in corso e speriamo di raggiungere una posizione del consiglio per venerdì che sia sostenuta da quanti più Stati membri possibili”.