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    Home » Cronaca » Le nuove regole Ue sui certificati, addio burocrazia. Tra un po’

    Le nuove regole Ue sui certificati, addio burocrazia. Tra un po’

    Il Parlamento ha approvato nuove regole per dimostrare l'autenticità di quei documenti che si ottengono in uno Stato diverso da quello di origine. Moduli multilingue e procedure più veloci verranno adottati gradualmente dai Paesi dell'Unione entro il 2019

    Federica Villa</a> <a class="social twitter" href="https://twitter.com/@federicavilla3" target="_blank">@federicavilla3</a> di Federica Villa @federicavilla3
    9 Giugno 2016
    in Cronaca
    documenti

    Il Parlamento europeo ha approvato nuove norme per semplificare il riconoscimento dei documenti fra gli Stati dell'Ue

    Bruxelles – Meno burocrazia e nuovi moduli multilingue. Sono questi gli strumenti che il Parlamento europeo ha deciso di adottare per semplificare le procedure che dimostrano l’autenticità di alcuni documenti pubblici che si ottengono in Paesi europei diversi da quello da cui si proviene. ”Più di 14 milioni di cittadini europei vivono in uno Stato membro diverso dal loro paese d’origine. Per sposarsi, dichiarare la nascita di un bambino o per certificare la fedina penale pulita, sono costretti a trattare con le procedure burocratiche del caso. Con il voto di oggi, si è fatto un primo passo in avanti nella riduzione di questi ostacoli, abolendo il costoso e oneroso requisito dell’apostille (una certificazione che convalida a livello internazionale un atto pubblico, ndr) e introducendo i moduli standard multilingue”, ha commentato la relatrice Mady Delvaux (S&D, LU), nel corso del dibattito in Plenaria.

    Ai documenti saranno allegati nuovi moduli Ue multilingue. In questo modo si risparmieranno tempo e soldi, dato che non si dovrà più ricorrere alle traduzioni certificate. Le nuove norme metteranno anche fine alle formalità amministrative, come ad esempio la “legalizzazione” o la certificazione “apostille”, necessarie per il riconoscimento in un altro Paese di documenti pubblici, come per esempio quelli che attestano lo stato civile, la paternità, la nazionalità e l’assenza di precedenti penali. Cambierà anche il tipo di documenti che i cittadini che vivono in un altro Stato dovranno presentare per votare o concorrere alle elezioni europee o comunali del Paese di residenza.

    Rispetto alla proposta originale, i deputati e il Consiglio hanno deciso di estendere la regolamentazione in modo da includere anche i documenti che dimostrano la capacità di contrarre un matrimonio o di registrare un’unione. Altri certificati che verranno cambiati sono  quelli che riguardano l’esistenza in vita, il decesso, il domicilio e la residenza.

    Per far sì che i cittadini siano consapevoli di queste procedure semplificate e dei nuovi moduli a disposizione, i deputati hanno approvato una disposizione che richiede alla Commissione e agli Stati membri di informare i cittadini delle nuove norme attraverso i siti web e il portale e-Justice. L’applicazione completa del regolamento negli Stati Ue è prevista per il 2019 e il processo di sostituzione delle procedure dovrà avvenire gradualmente.

    I deputati hanno pensato anche a una disposizione che permetterebbe alle nuove norme di estendere il proprio campo dopo due anni. Sarebbero cioè applicate anche ai documenti pubblici relativi allo status giuridico e la rappresentanza di una società, ai diplomi e agli altri titoli di formazione e ai certificati pubblici che attestano un handicap riconosciuto ufficialmente.

    Tags: anagrafeburocraziacertificatidocumentiesteromoduli multilingueparlamento

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