Bruxelles – Avanti “fino alla fine”. Francois Fillon, il candidato del centrodestra francese alla presidenza della Repubblica, non si dimette né si ritira dalle elezioni del prossimo 23 aprile. Rischia però di essere tagliato fuori dalla corsa per la vittoria, dato che una buona parte dell’opinione pubblica non si fida più del rappresentante dei partito dei Repubblicani. Fillon, considerato come favorito per la successione a Francois Hollande all’Eliseo e visto come il vero argine all’avanzata del Front National di Marine Le Pen, rischia di pagare caro lo scandalo sui compensi percepiti dalla moglie Penelope. Quest’ultima ha guadagnato 900mila euro, più dei 500mila euro dichiarati, per lavori svolti tra il 1988 e il 2013. Lavori su cui adesso gli inquirenti vogliono vedere chiaro: la signora Fillon è stata assunta come assistente parlamentare prima con il marito e poi, quando lui è diventato primo ministro (2007-2012), con il suo sostituto. Non risulterebbero però né account personali di posta né tesserini per entrare all’Assemblea Nazionale (il corrispettivo della Camera dei Deputati). C’è quindi il sospetto che la moglie di Fillon abbia percepito soldi per lavori fittizi.
Le rivelazioni hanno già investito in pieno il candidato e i repubblicani, con il partito che se ufficialmente non fa retromarcia e non cerca alternative all’ex primo ministro, dall’altro guarda con preoccupazione alle sorti politico-elettorali, considerando che tra aprile e giugno gli elettori saranno chiamati a votare per il presidente e per rinnovare il Parlamento. Lo scandalo che sta investendo Fillon gioca a favore dei rivali Emmanuel Macron (indipendente, centrista) e Marine Le Pen (Front National, ultradestra euroscettica). E’ soprattutto a quest’ultima che si guarda con preoccupazione in Europa. La perdita di consensi di Fillon rischia di alimentare quelli attorno alle formazioni anti-Ue.