Bruxelles – Bisogna mantenere la solidarietà con gli altri Paesi sul tema migratorio e “soprattutto con la Germania” che sta vivendo una “crisi politica”, ha detto il premier spagnolo Pedro Sanchez il 28 giugno, a margine del congresso del Partito dei socialisti europei (Pse) che, come di consueto, precede il vertice dei leader.
In Germania è attualmente in atto una crisi che fa scricchiolare il governo sulla questione migratoria. La Csu, partito del ministro dell’Interno Horst Seehofer – temendo la crescita dei consensi per l’estrema destra tedesca – ha chiesto una linea più dura, mettendo sotto pressione la cancelliera Angela Merkel che è per un approccio più morbido, nella ricerca di a una soluzione a livello europeo.
“C’è bisogno di un approccio comune”, soprattutto per quello che riguarda “la dimensione esterna della politica migratoria”, ha spiegato Sanchez, ripetendo quanto già detto durante la settimana. La dimensione esterna è attualmente la più condivisa tra le potenziali soluzioni proposte per arginare il problema migratorio. Consisterebbe nell’esternalizzazione della questione, creando dei centri di smistamento dei migranti al di fuori dell’Unione, ed è fortemente appoggiata dall’Italia – insieme all’idea di rinforzare le frontiere esterne Ue. Non si è ancora capito però in quali paesi andrebbero costruiti questi centri, dopo che la Libia ha rifiutato l’idea.
Il primo ministro slovacco Peter Pellegrini ha spiegato, a margine della riunione del Pes, che la priorità principale del suo Paese è quella di “proteggere i nostri confini esterni”. “Come prima cosa – ha detto Pellegrini – dobbiamo iniziare con questo e dopo possiamo continuare a discutere quello che faremo e quello che sta succedendo all’interno dell’Unione”. Ad ogni modo, ha aggiunto il politico slovacco, “stiamo continuando a negoziare su entrambe le questioni allo stesso tempo”.
Secondo il segretario reggente del Pd Maurizio Martina, anch’egli all’incontro del Pes, la somma degli “egoismi nazionali” non sta producendo passi avanti nelle politiche europee. Anzi, il timore è di compiere “passi indietro”. “Se si pensa di risolvere problemi complessi come quelli migratori con le provocazioni e l’isolamento si fa un danno ai nostri interessi”, ha aggiunto Martina. “Serve una svolta, ma non è certo a destra. I governi europei di destra che hanno lavorato con Salvini fianco a fianco fino a qui, sono quelli che stanno lavorando contro ogni possibilità di un salto di qualità” delle politiche europee su questo fronte, ha concluso.
Dal meeting dei socialisti, il vicepresidente della Commissione Ue Maros Sefcovic ha invece parlato dei dazi statunitensi, spiegando che Washington è pronta a discutere la questione. “Sono appena tornato dagli Usa, dove ho incontrato il segretario per il Commercio Usa Wilbur Ross e il segretario per l’Energia Rick Perry – ha spiegato Sefcovic – ho spiegato ai partner americani che l’Unione è pronta a difendere i propri interessi”, sottolineato “il pericolo” di “una spirale discendente sui dazi, e ho chiesto come procedono in merito alla loro inchiesta sulle importazioni di auto dall’Unione”. Sefcovic ha spiegato di aver avuto l’impressione che i partner statunitensi fossero desiderosi di impegnarsi. “Ho messo in chiaro che è molto pericoloso andare avanti così e loro hanno segnalato di essere pronti a discutere” ha aggiunto il vicepresidente dell’esecutivo comunitario.