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Commercio al dettaglio stabile nell'area euro, cala il potere d'acquisto degli italiani

Commercio al dettaglio stabile nell'area euro, cala il potere d'acquisto degli italiani

Dati Eurostat e Istat tracciano due fotografie dell'Ue e del Paese. Gli indicatori non sembrano dei migliori

Bruxelles – Il commercio al dettaglio non conosce cambiamenti significativi in Europa. Tra ottobre e novembre 2018, secondo gli ultimi dati Eurostat, è rimasto quasi fermo con una modesta crescita dello 0,6% nell’Area euro, mentre ha registrato un lieve aumento nell’Ue a 28, dove l’indicatore è passato da 0,4% a 0,7%. Cala in particolare la domanda di cibo, bevande e tabacco (-1,9% nell’Europa a 19, -1,1% nell’Europa a 28), mentre aumenta la domanda di riscaldamento. Complici le temperature rigide la compravendita di elettricità e bene e servizi elettrici hanno visto un’impennata generale.

L’Italia non ha reso disponibili i dati per l’istituto di statistica europeo. Risultano “confidenziali” e quindi per il momento impossibili da divulgare. Dalle cifre trimestrali dell’Istat emerge però che il potere di acquisto delle famiglie negli ultimi mesi si è ridotto. Un dato non direttamente collegabile con il commercio al dettaglio, ma la minore capacità di acquisti si riflette automaticamente su domanda e consumi interni.

La possibilità di comprare per le famiglie consumatrici è diminuito dello 0,2% rispetto al trimestre precedente, rileva l’Istat. Tale calo si spiega con l’andamento dell’inflazione. Nello Stivale, rileva ancora l’istituto di statistica, “le famiglie hanno mantenuto, grazie a una lieve riduzione della propensione al risparmio, un livello quasi inalterato dei consumi in volume”.