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Orban nel mirino del PPE, cresce il fronte di chi vuole espellerlo
Orban e Juncker

Orban nel mirino del PPE, cresce il fronte di chi vuole espellerlo

Il leader ungherese sotto accusa per la pesante campagna anti UE per molti ha superato il limite. La frattura tra chi guarda con interesse a sovranisti ed euroscettici e chi se ne vuole distinguere

Roma – La linea rossa Viktor Orban forse l’ha già oltrepassata con la campagna elettorale molto aggressiva impostata contro l’UE, il presidente Jean Claude Juncker e una sistematica disinformazione sulle politiche migratorie comunitarie. Così il suo partito Fidesz è finito nel mirino degli alleati del PPE, che, dopo anni di insofferenza, con alcune componenti ne chiedono ora l’espulsione.

Il pressing è partito dalle formazioni del Belgio, i Cristiano-Democratici Fiamminghi, il Centro democratico umanistico vallone e dai Cristiano sociali lussemburghesi. A questi si sono poi aggiunti i Cristiano democratici olandesi, i Popolari svedesi e finlandesi, e i Democratici sociali portoghesi, che, ognuno per sé, hanno scritto al capogruppo PPE al Parlamento europeo e candidato alla guida della prossima Commissione europea Manfred Weber e al presidente del partito Joseph Daul, chiedendo l’espulsione o almeno la sospensione dalla famiglia popolare europea del partito ungherese.

Uno scontro molto pesante tra chi, nel partito, vuole chiaramente distinguersi da sovranisti e populisti e in generale gli euroscettici, e chi invece li guarda con interesse, che probabilmente sarà in agenda il prossimo 21 marzo in occasione del consueto prevertice del PPE che anticipa i Consigli europei.  La scintilla è stata l’ultima campagna dei manifesti che accusa l’UE di sostenere politiche dell’immigrazione che favoriscono l’ingresso di extracomunitari irregolari e il finanziamento a favore di organizzazioni che proteggono i clandestini. Uno di questi raffigura il presidente della Commissione Juncker insieme all’arci nemico di Orban, George Soros, immagine abbinata a una serie di slogan antieuropeisti e tesi cospirative per far invadere l’Europa dai migranti.

La Commissione europea ha replicato punto per punto spiegando che “la campagna del governo ungherese distorce la verità e cerca di dipingere un’immagine oscura di un complotto segreto per guidare più immigrazione verso l’Europa”. Le tesi del governo ungherese sono “nel peggiore dei casi errate o nel migliore dei casi altamente fuorvianti”.

Le dure critiche a Viktor Orban e la richiesta di pulizia per riportare il PPE ai suoi valori fondanti, anche se non porterà per ora a provvedimenti radicali, si rifletteranno pesantemente nella campagna elettorale. Dall’Italia, a destra, la leader di FDI Giorgia Meloni, è pronta ad accogliere il partito del primo ministro ungherese nella famiglia dei conservatori e sovranisti. Un eventuale spaccatura del fronte popolare potrebbe potenzialmente provocare un vero terremoto politico e trasformare gli equilibri della prossima legislatura europea. Una spinta che potrebbe arrivare ancora dall’Italia. E’ il leader di Forza Italia Silvio Berlusconi che lancia l’appello a Matteo Salvini: “In Europa alleanza tra popolari e sovranisti conservatori”.

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