Bruxelles – L’obiettivo prioritario è sempre quello. Riconvertire l’Europa in un’economia sostenibile e “green” che sia competitiva su scala globale. Contro i cambiamenti climatici e ambientali e contro una spietata concorrenza mondiale sulle risorse, il continente europeo può tornare a essere competitivo rispetto ai partner globali cavalcando la rivoluzione digitale e insieme quella dell’economia circolare.
Due facce della stessa medaglia. Strategie diverse ma al tempo stesso anche connesse, fino ad ora perseguite separatamente dalla governance europea ma che combinate insieme avrebbero il potenziale necessario a trasformare l’economia e la società europea. Queste le conclusioni a cui è giunto l’European policy center (EPC), think-tank basato a Bruxelles dedicato alla ricerca sugli affari europei, in uno studio che ha analizzato il legame tra digitalizzazione ed economia circolare, ovvero quel tipo di impianto produttivo che attraverso la progettazione, ricostituisce e rigenera le risorse. Mira cioè a mantenere i prodotti a loro massimo livello e utilizzo, riducendo al minimo gli sprechi e facendo in modo che le risorse utilizzate siano mantenute il più a lungo possibile all’interno dell’economia.
Dati e soluzioni digitali, evidenzia il documento, contribuiscono a sfruttare tutto il potenziale della transizione circolare dell’economia, considerata dall’Esecutivo comunitario come uno dei fattori strategici per il raggiungimento di un continente climaticamente neutro (zero emissioni nette) entro il 2050. Ad oggi, avvertono dalla Commissione UE, l’economia europea è ancora per lo più un’economia di tipo lineare, con solo il 12 per cento di materiali e risorse secondarie riportati nell’economia.
Combinare programmi di economia circolare e digitale, dando vita ad una Economia circolare digitale, secondo i realizzatori dello studio dovrebbe contribuire a mitigare l’impatto dei cambiamenti climatici, affrontandone alcuni dei danni collaterali come l’esaurimento delle risorse e l’inquinamento, potenziando e modernizzando il comparto industriale e aumentando competitività e innovazione dell’UE. In sostanza, realizzare quel Green Deal europeo su cui la Commissione von der Leyen ha impostato il proprio mandato.
Il monito del Centro di politica europea è altrettanto chiaro. La rivoluzione digitale che l’Europa tanto persegue non porterà automaticamente a una maggiore sostenibilità, così come l’inclusione di tecnologie all’avanguardia nell’economia circolare non è scontata. È qui che deve intervenire l’Unione europea attraverso politiche mirate e incentivi. Dati e soluzioni digitali possono essere utilizzati per migliorare diversi segmenti dell’economia circolare, dalla fase di progettazione alla produzione, dal consumo al riutilizzo e al riciclaggio dei rifiuti complessivi.
Ma è prerogativa dei decisori politici di Bruxelles decidere di dar seguito allo sviluppo di economia circolare e innovazione digitale su linee parallele. Una cosa è certa: a Bruxelles va chiarito che la digitalizzazione non è tanto il punto di arrivo di un processo di trasformazione dell’Europa, ma la leva indispensabile all’UE per creare un sistema sostenibile ed un’economia più competitiva che incentivi un uso efficiente delle risorse.