Bruxelles – Stanchezza, mal di testa, dolori muscolari, tosse, mal di gola. In una parola: influenza. Con le stagioni fredde torna il più classico dei malanni, ma questa volta non sarà la stessa cosa. Il COVID-19 colpisce portando con sé gli stessi sintomi. Capire a cosa ci si trova davanti diventa difficile, a meno di vaccinarsi contro l’influenza. Un appello già rivolto e un’usanza che già in molti, tra gli anziani, è in voga in Europa.
Gli anziani sono considerati categorie più vulnerabili. Nonostante l’essere più a rischio ‘solo’ quattro persone su dieci dai 65 anni in su ricorre al vaccino anti-influenzale. Il 41,4% in Europa, ma stando ai dati Eurostat di fresca pubblicazione c’è praticamente mezza Unione europea con dosi e iniezioni superiori alle media. Sono bene 12 gli Stati dove le persone più anziane prestano attenzione alla cura preventiva. L’Irlanda è primo in termini percentuali. In Italia poco più della metà della popolazione anziana ricorre al vaccino, per circa 7,2 milioni di over 65 protetti contro il male di stagione.
I numeri dunque mostrano resistenze al vaccino che in vista dell’autunno ormai alle porte costringono un po’ tutti a utilizzare questi dati come promemoria in vista di una seconda ondata di Coronavirus. Manifestandosi con gli stessi sintomi dell’influenza, sempre più medici stanno consigliando a titolo precauzionale di ricorrere al vaccino anti-influenzale.
Se l’Istituto di statistica europeo offre una panoramica della popolazione anziana pronta per autunno e inverno, l’esecutivo comunitario ricorda come la vaccinazione giochi un ruolo fondamentale nella protezione dell’uomo contro l’influenza. Solo nel territorio dell’Unione europea si stima che la sola vaccinazione contro l’influenza stagionale prevenga fino a 37mila decessi ogni anno.
Per questo motivo la vaccinazione contro l’influenza “è altamente raccomandata” per i gruppi a rischio. Questi includono anziani, donne incinte, bambini e adulti con un sistema immunitario indebolito o condizioni di salute croniche, che hanno maggiori probabilità di sviluppare una forma grave della malattia.