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Gentiloni:
Il commissario per l'Economia, Paolo Gentiloni, e il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, durante il convegno "Next Generation Italia - Un nuovo Sud a 70 anni dalla Cassa per il Mezzogiorno", organizzato da Merita [15 dicembre 2020]

Gentiloni: "Per il piano nazionale di ripresa l'Italia crei corsie preferenziali"

Il commissario per l'Economia. "Senza si rischia di restare bloccati tra ricorsi e strozzature burocratiche. Qualità di spesa e attuazione le due sfide per il rilancio del Paese". Conte: "Avanti con semplificazione normativa"

Bruxelles – La Commissione europea aspetta ancora il piano nazionale per la ripresa, per cui c’è comunque tempo, ma nell’attesa da Bruxelles arrivano indicazioni su come procedere. E’ Paolo Gentiloni, nel corso della conferenza “Next Generation Italia – Un nuovo Sud a 70 anni dalla Cassa per il Mezzogiorno” di Merita, a sintetizzare cosa serve. “Le due sfide per l’italia sono qualità e attuazione”, dice il commissario per l’Economia.

Per quanto concerne la prima sfida, “serve lungimiranza”, il che vuol dire che “il piano nazionale per la ripresa dell’Italia deve essere concepito per le prossime generazioni e non per i prossimi sondaggi”. Quanto alla seconda sfida, quella dell’attuazione, “questa resta un problema per tutta Italia, ed in particolare nel Mezzogiorno”. Bisogna venirne a capo, e Gentiloni suggerisce il modo. “Servono corsie preferenziali per questo piani di ripresa, perché senza il piano rischia di restare ingolfato nella strada dei ricorsi e delle strozzature burocratiche”.

Gentiloni viene dunque in soccorso di Giuseppe Conte, e il presidente del Consiglio, anch’egli intervenuto alla conferenza, non può che accettare l’aiuto del commissario italiano. “Sono d’accordo con Gentiloni: servono corsie preferenziali, dobbiamo semplificare il sistema normativo per consentire di esprimere capacità amministrativa e di spesa che storicamente non siamo riusciti ad esprimere”. Il governo si attiverà in tal senso, perché non vuole che il Paese manchi l’opportunità che ha di fronte a sé.

“Purtroppo – ha ammesso Conte – la questione meridionale, l’arretratezza economica e sociale del Mezzogiorno, non sono state ancora sradicate a tutt’oggi, anzi una recrudescenza ci obbliga a discutere di nuovi più incisivi interventi risolutori”

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