Bruxelles – La crisi sanitaria ha imposto un massiccio intervento statale per puntellare l’economia, aumentando i livelli di debito pubblico in tutta Europa. Un elemento oggetto del dibattito politico europeo, dove le misure di risanamento dei conti pubblici sono già all’ordine del giorno. Ma sullo sfondo non c’è solo il problema del debito pubblico. La Banca centrale europea nel suo ultimo bollettino economico sposta adesso l’attenzione sulla questione dell’indebitamento privato.
Famiglie e imprese si sono fatte carico di prestiti che rischiano di diventare sofferenti. Le banche sono esposte al rischio di non vedersi rimborsati i crediti, e la BCE invita autorità nazionali ed europee ad agire in merito al fine di evitare un indebolimento del sistema bancario e una nuova crisi finanziaria.
“Molte aziende e famiglie hanno contratto più debiti per resistere alla pandemia”, si legge nella relazione dell’Eurotower, dove si spiega che “qualsiasi peggioramento dell’economia potrebbe quindi minacciare la loro salute finanziaria, che potrebbe ripercuotersi sulla qualità dei bilanci delle banche“. Per questo motivo “resta essenziale evitare che le tensioni sui bilanci e l’inasprimento delle condizioni di finanziamento si rafforzino a vicenda”.
La BCE avverte anche del rischio insolvenze. Grazie al sostegno politico e alle moratorie, queste sono rimaste finora “relativamente contenute al di sotto dei livelli pre-pandemia”. Tuttavia, le aziende “prevedono che le insolvenze aumenteranno nei prossimi due anni, in particolare nei settori dei servizi ad alto contatto“. Da qui l’invito ai governi della zona euro. “Man mano che la ripresa procede, occorre prestare attenzione quando si ritira il sostegno politico per evitare effetti precipitosi”.