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Stato dell'Unione, l'agenda delle riforme sul Green Deal per il 2022

Stato dell'Unione, l'agenda delle riforme sul Green Deal per il 2022

Dai certificati degli assorbimenti di CO2 alla riduzione delle microplastiche nell'ambiente: cinque le proposte legislative attese da Bruxelles per l'anno prossimo, mentre il dibattito politico sarà concentrato a fare passi avanti sul pacchetto "Fit for 55"

Bruxelles – Spartiacque. Il 2022 segna per la Commissione Europea a guida Ursula von der Leyen l’ingresso nella seconda metà del suo mandato, avviato nel 2019, il momento per un bilancio su quanto realizzato e quanto ancora da realizzare. Per la presidente della Commissione, se i primi due anni di mandato è stato necessario concentrarsi sul presentare nuove iniziative, come il Green Deal europeo, la seconda metà sarà dedicata a capire come attuare tutte le proposte legislative già presentate.

Lo scrive nella lettera di intenti consegnata al presidente dell’Eurocamera David Sassoli, e al premier di Slovenia Janez Janša, in qualità di presidente di turno dell’UE, a margine del suo Discorso sullo Stato dell’Unione, pronunciato oggi (15 settembre) di fronte alla plenaria di Strasburgo. Il momento del Discorso si accompagna, come da tradizione, alla pubblicazione di una panoramica e una tabella di marcia su quali iniziative saranno centrali nell’anno successivo e a cui la Commissione si impegna a dare forma.

Parlando di clima, ambiente ed energia si nota subito che sarà un anno molto più tranquillo rispetto al 2021, quando la Commissione si è impegnata a presentare il vasto pacchetto sul clima ‘Fit for 55’, un insieme di oltre dodici proposte (tra modifiche e nuovi provvedimenti) in cui si punta a una rivoluzione di buona parte della legislazione europea in materia di energia e clima. Il pacchetto sul clima – che Eunews spiega nel dettaglio qui – include tra le altre cose una serie di nuovi standard sulle emissioni e sulle rinnovabili, tasse e tariffe sulle industrie emettitrici di carbonio come acciaio, automobili, carburante, compagnie aeree, ma anche una revisione del sistema ETS (scambio di quote di emissioni) e di un meccanismo per dare un prezzo alle emissioni importate.

Avanzare la proposta era la parte facile, e von der Leyen fa bene a pensare che i prossimi due anni saranno monopolizzati dal tentativo di trovare un accordo politico tra Parlamento e Consiglio su tutti questi fronti aperti. Anche per questo l’agenda per il prossimo anno sembra più scarna, alcuni provvedimenti erano già attesi mentre altri sono una novità: ci sarà una proposta legislativa sulla gestione integrata delle risorse idriche e sugli inquinanti delle acque superficiali e sotterranee; una proposta sulla certificazione degli assorbimenti di carbonio (il futuro piano d’azione per una politica di sequestro del carbonio è adesso in consultazione); una proposta sul diritto alla riparazione nel quadro del suo piano d’azione per l’economia circolare, per ridurre al minimo gli sprechi; una proposta su un quadro UE per la misurazione armonizzata delle emissioni di CO2 dei trasporti e della logistica; e, infine, una proposta per ridurre il rilascio di microplastiche nell’ambiente e limitarle nei prodotti come i cosmetici, già annunciato nel 2018.

 

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