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Obiettivo fame zero, l'UE annuncia 140 milioni per la ricerca sui sistemi alimentari sostenibili

Obiettivo fame zero, l'UE annuncia 140 milioni per la ricerca sui sistemi alimentari sostenibili

La presidente Ursula von der Leyen annuncia da Parigi un nuovo impegno finanziario per l'obiettivo "fame zero" al 2030. "Uniamo le forze per migliorare la sicurezza alimentare globale"

Bruxelles – Dall’Unione Europea altri 140 milioni di euro per sostenere la ricerca sui sistemi alimentari sostenibili e affrontare la fame nel mondo. Ad annunciarli il 25 settembre dal palco del Global Citizen Live a Parigi è la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, a pochi giorni dal nuovo impegno sottoscritto al vertice G20 di Firenze per raggiungere l’obiettivo fame zero nel 2030.

I 140 milioni di euro saranno mobilitati attraverso il CGIAR, la partnership globale che unisce organizzazioni internazionali impegnate nella ricerca sulla sicurezza alimentare. Dal 1971, la rete CGIAR fa ricerca per ridurre la povertà rurale, aumentare la sicurezza alimentare, migliorare la salute e la nutrizione umana e la gestione sostenibile delle risorse naturali. “Dobbiamo unire le forze per aiutare a porre fine a questa pandemia a livello globale, a porre fine alla fame, a dare ai bambini di tutto il mondo pari opportunità”, ha detto la presidente, annunciando l’impegno della Commissione europea per 140 milioni di euro per migliorare la sicurezza alimentare globale e centrare l’obiettivo fame zero al 2030.

Il sostegno finanziario dell’UE – scrive la Commissione in una nota – servirà a migliorare le capacità di ricerca, per nuovi metodi di produzione, pratiche e politiche correlate, per aumentare le soluzioni basate sulla natura e gli approcci agro-ecologici e rigenerativi, agroforestazione, gestione sostenibile del territorio, per migliorare la produttività basata su processi ecologici.

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Agricoltura

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La spinosa questione sarà discussa alla riunione del collegio dei commissari dell’esecutivo comunitario, che si riunisce per la prima volta dopo una lunga pausa estiva. Il punto discusso informalmente al Consiglio Agricoltura e Pesca, dopo la richiesta dei cinque Paesi di frontiera al confine con l’Ucraina (Polonia, Bulgaria, Romania, Slovacchia e Ungheria) di estendere le misure almeno fino alla fine dell’anno