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Nell'UE mancano punti ricarica rapida per le auto elettriche, ACEA suona l'allarme

Nell'UE mancano punti ricarica rapida per le auto elettriche, ACEA suona l'allarme

In Europa ci sono circa 225mila caricatori per auto elettriche, ma appena 25mila permettono di ricaricare le batterie rapidamente (circa un'ora). Per la maggior parte i tempi di ricarica arrivano anche a una giornata intera

Bruxelles – Pochi caricatori per le auto elettriche e soprattutto poco efficienti. ACEA, l’Associazione europea dei produttori di automobili, sottolinea le mancanze dell’infrastruttura europea per la ricarica dei veicoli elettrici. Ad oggi in Europa ci sono circa 225mila stazioni pubbliche dove poter ricaricare il proprio veicolo elettrico, ma appena 25mila permettono una ricarica rapida, poco più del 10 per cento. In pratica solo un colonnina su dieci permette rifornimenti puliti veloci.

Le stazioni di ricarica in Europa, divise per Stato

Quando si utilizza un caricatore con una capacità inferiore a 22kW i tempi di ricarica di un auto elettrica possono arrivare a toccare anche dieci ore. Le stazioni che permettono la carica rapida possono completare lo stesso compito in circa un’ora, ma oggi sono appena l’11% di quelle disponibili in UE.

Secondo il direttore di ACEA Eric-Mark Huitema, i problemi legati alla ricarica dei veicoli sono uno dei principali ostacoli per chi intende abbandonare quelli a motore termico. Obiettivo che potrà essere raggiunto solo quando “caricare un auto elettrica sarà conveniente e semplice come lo è oggi fare benzina” e soprattutto “evitando di perdere tempo in code interminabili”.

Secondo ACEA il piano per la Regolazione dell’infrastruttura dei combustibili alternativi (AFIR) proposto dalla Commissione europea non tiene conto abbastanza di questo aspetto dell’elettrico. Secondo Huitema la proposta è ad oggi “completamente disallineata rispetto agli obiettivi di ridurre le emissioni di CO2 dei veicoli che sono stati proposti”.

La richiesta di ACEA al Parlamento europeo è dunque quella di potenziare il piano già proposto dalla Commissione, per fare in modo che entro il 2030 l’infrastruttura possa rispondere (in ogni stato europeo) alle richieste dei consumatori.