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La Polonia ha risposto alla lettera della Commissione UE sullo Stato di diritto: attesa la valutazione

La Polonia ha risposto alla lettera della Commissione UE sullo Stato di diritto: attesa la valutazione "in tempi rapidi"

Attesa la valutazione sull'adeguamento della Polonia a quanto stabilito dalla Corte di Giustizia dell'UE sulla sezione disciplinare della Corte Suprema polacca. In caso contrario, multa da un milione di euro al giorno

Bruxelles – All’ultimo secondo è arrivata la riposta della Polonia alla lettera inviata dalla Commissione Europea lo scorso 22 dicembre, che aveva dato il via alla procedura d’infrazione per le violazioni dello Stato di diritto. “Posso confermare che abbiamo ricevuto ieri la lettera da Varsavia, e ora la analizzeremo in tempi rapidi“, ha spiegato oggi il portavoce dell’esecutivo UE, Christian Wigand, durante il punto quotidiano con la stampa di Bruxelles.

Il termine per l’invio della risposta di Varsavia scadeva alla mezzanotte tra lunedì e martedì e ieri (10 gennaio) ancora non era arrivata a Bruxelles. La Commissione UE dovrà valutare se la Polonia si è adeguata a quanto stabilito dalla Corte di Giustizia dell’UE sul rispetto dello Stato di diritto il 14 luglio dello scorso anno, quando tutto il contenzioso con la Corte Costituzionale polacca aveva avuto origine.

“Se Varsavia non sarà riuscita a dimostrarlo nella sua risposta, la Commissione procederà con la richiesta di pagamento della multa“, ha messo in chiaro il portavoce. Wigand ha fatto riferimento alla sanzione di un milione di euro al giorno stabilita dalla Corte di Giustizia dell’UE – su richiesta della stessa Commissione – per non aver sospeso le norme nazionali sulla sezione disciplinare della Corte Suprema.

Rispondendo alle domande dei giornalisti, il portavoce della Commissione UE ha voluto ricordare che “quando la Corte di Giustizia dell’Unione Europea impone penalità finanziarie, gli Stati membri sono obbligati a rispettare il pagamento destinato al budget UE“. Non si è mai verificato un caso di non pagamento delle sanzioni, ma in ogni caso “la Commissione ha i mezzi necessari per imporre il rispetto di questo obbligo, se necessario detraendoli attraverso una procedura specifica dall’erogazione di altri fondi UE“, ha aggiunto il portavoce.

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