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Avviata la procedura di infrazione UE contro la Polonia per le violazioni dello Stato di diritto

Avviata la procedura di infrazione UE contro la Polonia per le violazioni dello Stato di diritto

La Commissione Europea ha inviato una lettera di diffida a Varsavia per aver messo in discussione il primato del diritto comunitario nel pronunciamento della Corte di Giustizia sulla questione dell'indipendenza dei giudici polacchi

Bruxelles – La Commissione Europea si prepara allo scontro con Varsavia. È stata avviata oggi (mercoledì 22 dicembre) la procedura d’infrazione contro la Polonia per le violazioni dello Stato di diritto, in particolare sul piano dell’indipendenza della magistratura e del contenzioso tra la Corte di Giustizia UE e la Corte Costituzionale polacca.

Dopo le sentenze della Corte di Varsavia che hanno messo in discussione il primato del diritto comunitario – definendo gli articoli 1 e 19 del Trattato e diverse sentenze dei tribunali dell’UE “incompatibili” con la legge fondamentale dello Stato polacco – la Commissione UE aveva avviato le verifiche sul mancato rispetto dello Stato di diritto nel Paese. Con la decisione di oggi l’esecutivo comunitario ha avviato la procedura d’infrazione, inviando una lettera di messa in mora alla Polonia (a cui dovrà rispondere entro due mesi).

Per il gabinetto guidato da Ursula von der Leyen, le sentenze del 14 luglio e del 7 ottobre “violano i principi generali di autonomia, primato, efficacia e applicazione uniforme del diritto dell’Unione“, ma anche “l’effetto vincolante delle sentenze della Corte di Giustizia dell’Unione Europea”. A luglio la Corte Costituzionale di Varsavia ha negato il vincolo delle ordinanze di provvedimenti provvisori (emesse ai sensi dell’articolo 279 del Trattato sul Funzionamento dell’Unione Europea) per garantire “l’effettivo controllo giurisdizionale da parte di un tribunale indipendente e imparziale“. A ottobre, invece, la stessa Corte “ha disatteso agli obblighi che incombono in base al diritto dell’UE” sulle eventuali irregolarità nel processo di nomina dei giudici (secondo l’articolo 19 del Trattato).

In aggiunta, l’esecutivo UE considera queste due sentenze una “violazione del diritto a una tutela giurisdizionale effettiva“. In altre parole una privazione delle piene garanzie per i cittadini polacchi di fronte ai tribunali nazionali. L’avvio della procedura d’infrazione contro la Polonia è determinato anche dai “seri dubbi” sull’indipendenza e l’imparzialità della Corte Costituzionale: “La Commissione ritiene che non soddisfi più i requisiti di un tribunale istituito per legge”, si legge nella nota.

Già a fine ottobre il Parlamento UE aveva chiesto alla Commissione di avviare una procedura d’infrazione contro la Polonia. A proposito di violazione dello Stato di diritto, da due mesi la stessa Eurocamera ha attivato un procedimento legale contro l’esecutivo UE, per i continui ritardi nell’attivazione del meccanismo di condizionalità dello Stato di diritto, che vincola l’erogazione dei fondi del bilancio pluriennale UE al rispetto dei principi fondanti dell’Unione.

“La Commissione Europea ha finalmente avviato una procedura d’infrazione contro la Polonia”, ha commentato su Twitter Sandro Gozi, eurodeputato di Renew Europe e segretario generale del Partito democratico europeo. “Il primato del diritto europeo è il cardine della nostra Unione e dobbiamo difenderlo senza alcuna esitazione contro i veri nazionalisti e i falsi europei”, ha aggiunto Gozi.

https://twitter.com/sandrogozi/status/1473622109603737601?s=20

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