Bruxelles – Evitare che l’economia tedesca si fermi. La guerra in Ucraina inizia a pesare sul cuore economico dell’Eurozona e dell’UE, e allora Berlino e Bruxelles corrono ai ripari. La Commissione europea ha approvato uno schema ombrello di aiuti pubblici da circa 11 miliardi di euro per sostenere le aziende di “tutti i settori nel contesto dell’invasione russa dell’Ucraina” ad eccezione degli istituti di credito e finanziari. , per garantire “disponibile liquidità sufficiente” per le imprese che ne hanno bisogno. Segno di un tessuto produttivo in difficoltà, che rischia di ricadere su tutti i partner.
Le misure restrittive approvate fin qui dall’Unione contro la Russia per l’aggressione in Ucraina iniziano a mostrare i loro effetti sul mercato unico. La vicepresidente esecutiva della Commissione UE, Margrethe Vestager, responsabile per la Concorrenza, è consapevole che occorre “mitigare l’impatto economico della guerra di Putin in Ucraina e sostenere ulteriormente le aziende nei settori colpiti dall’attuale crisi e le relative sanzioni”.
L’istituto IFO, il più importante think-tank tedesco ha lanciato l’allarme per il tessuto produttivo della Germania, già in difficoltà per le ripercussioni delle sanzioni. Un sondaggio condotto dall’organismo rileva che le aziende tedesche “hanno difficoltà” a sostituire le importazioni da Russia, Ucraina o Bielorussia. Solo il 13,8 per cento delle aziende industriali con problemi di approvvigionamento da questi paesi sarebbe in grado di sostituire completamente le proprie fonti di approvvigionamento a breve termine. Per il 43,4 percento, questo è possibile solo in parte. Un ulteriore 16,3% ha risposto che altre fonti di approvvigionamento non sono economicamente sostenibili e il 13,8% ha affermato che ciò è affatto possibile.
C’è di più. C’è tutta la questione energetica. “Partiamo dal presupposto che una riduzione delle forniture di petrolio russo possa essere compensata da altre fonti. Ma farlo contemporaneamente per carbone e petrolio, mentre la carenza di gas russo incombe, è una sfida“, avverte Karen Pittel, direttrice del Centro ifo per l’energia, il clima e le risorse. Il motore economico d’Europa rischia di ingolfarsi sempre di più, dunque, e l’Europa tutta rischia di risentirne. Ecco perché Berlino e Bruxelles si mobilitano, con l’approvazione del pacchetto da 11 miliardi di aiuti che sarà anche “in linea” con le regole UE, ma risponde alla necessità di non impantanarsi in nuove crisi economiche. Va evitata una nuova recessione che, unita agli elevati livelli d’inflazione, potrebbero determinare una stagflazione fin qui evitata.