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Certificato COVID Ue, la Commissione lo vorrebbe
L'Ue vorrebbe il modello del certificato COVID per "altri casi d'uso"

Certificato COVID Ue, la Commissione lo vorrebbe "per casi d'uso diversi"

Il green pass europeo scadrà a giugno 2023 e l'esecutivo comunitario non sembra intenzionato a estenderlo, ma vuole mantenere vivo l'impianto per "autenticazione di documenti in ambito sanitario"

Bruxelles – Il certificato digitale COVID dell’Ue è stato un successo, permettendo da un lato al mercato unico di continuare a funzionare e garantire la libertà di circolazione, e costruendo, dall’altro, una nuova unione della salute con informazioni medico-sanitarie mutualmente riconosciute ovunque. Per questo motivo, visto l’impegno profuso e anche un sistema comunque costruito, la Commissione europea ragiona alla possibilità di mantenerlo attivo e utilizzarlo “potenzialmente per casi d’uso diversi” da quello pandemico.

Nella terza relazione su certificato COVID, la Commissione sostiene che “la tecnologia potrebbe anche essere presa in considerazione, ad esempio, per l’autenticazione di documenti in ambito sanitario e per sviluppare ulteriormente la fruibilità e la sicurezza dei servizi sanitari digitali transfrontalieri” (quali, ad esempio, tessere vaccinali ai fini della continuità assistenziale, accesso e dispensa delle prescrizioni elettroniche, accesso alle cartelle cliniche).

Mentre in Italia si discute sulla possibilità di prescrizione elettronica di farmaci e visite, a Bruxelles si rilancia la salute digitale e digitalizzata. Non un tema nuovo, visto che lo stesso esecutivo comunitario vorrebbe uno spazio europeo per i dati sanitari entro il 2025. Ma qui è diverso. Non si tratta solo di rilanciare banche dati comuni, ma si parla di “autenticazione di documenti in ambito sanitario“, e dunque della possibilità di sostituire il green pass con un altro pass. Una decisione che spetterà agli Stati, visto che salute e sanità restano materie di loro competenza.

Intanto si avvia il ragionamento, che suona da suggerimento ai governi. Ciò mentre il team von der Leyen annuncia l’intenzione di non andare avanti con il certificato COVID, in vigore ormai dall’1 luglio 2021. “La Commissione non intende, in questa fase, proporre un’ulteriore proroga” del regolamento in materia oltre l’attuale data di scadenza del 30 giugno 2023, si legge nella relazione. La decisione vera e propria sarà presa solo a marzo, dopo l’inverno.

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