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Gentiloni:
per potenziare l'industria verde al momento non è scontato che ci siano strumenti comuni [foto: imagoeconomica]

Gentiloni: "Non è scontato che un fondo sovrano dia nuove risorse agli Stati"

Il commissario per gli Affari economici conferma la linea di von der Leyen sul sostegno all'industria verde: "Nel breve periodo avanti con gli strumenti esistenti"

Bruxelles – Per nuove forme finanziarie comuni bisognerà attendere. Non ci sono le condizioni, allo stato attuale, per poter attendersi un sostegno davvero europeo alla transizione verde, alla sua accelerazione sulla scia degli effetti del conflitto russo-ucraino, e per rispondere alla crisi energetica. Paolo Gentiloni e Valdis Dombrovskis smorzano le aspettative di chi, come l’Italia, si attendeva una meccanismo simile a quello per la ripresa. I commissari economici del team von der Leyen, Affari economici Gentiloni ed Economia al servizio delle persone Dombrovskis, chiariscono che per il momento bisognerà attendere. “Il Fondo sovrano è una proposta molto ambiziosa” per rilanciare il settore dell’industria verde, premette Gentiloni. “Potrà essere basato sull’allocazione di risorse agli Stati membri” come è stato per il meccanismo per la ripresa? “Non credo sia così scontato”. 

In audizione in commissione Affari economici del Parlamento europeo viene spiegato che “nel breve periodo sicuramente agiremo con gli strumenti esistenti”. Anche perché, ricorda Dombrovskis, si è solo all’inizio di un percorso negoziale. La proposta per un fondo sovrano per l’industria verde europea “è un contributo al dibattito dei leader per il vertice del 9 e 10 febbraio. Vedremo come reagiranno”. Non è un mistero che tra gli Stati membri non c’è un consenso ampio a mettere sul piatto nuovo debito comune. Inoltre la stessa presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, ha chiuso per il momento a soluzioni analoghe a SURE, lo speciale programma anti-pandemico finanziato da fondi Ue per sostenere le imprese.

La questione, oltre che animare il dibattito in seno al Consiglio e quindi tra i governi, divide anche la Commissione. Qui c’è una fronda che ha già proposto un meccanismo comune per rispondere al caro-bollette, guidato dallo stesso Gentiloni e il collega responsabile per l’Industria, il francese Thierry Breton. Il commissario italiano comunque non abbandona l’idea e si mostra ancora possibilista. “La comunicazione della Commissione sottolinea anche la necessità di ulteriori strumenti comuni, inclusa l’esplorazione di nuove proposte”. Nulla di fatto, ma per ora bisognerà attendere. Nel frattempo bisognerà andare avanti con le riforme. “Dobbiamo potenziare la competitività dell’Ue”, insiste Gentiloni. “Ciò significa accelerare la trasformazione industriale“.

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