Bruxelles – Un accordo c’era ma ora non sembra più andare bene. Slitta ancora, e stavolta a data da destinarsi, il voto degli Stati membri Ue sull’accordo già sottoscritto con l’Eurocamera per dire addio alla vendita delle auto e dei furgoni con motore a combustione interna, diesel e benzina, dal 2035. Una parte importante del pacchetto ‘Fit for 55’ e una pietra miliare per la transizione del Green Deal. Senza la Germania a bordo, gli ambasciatori dell’Ue hanno deciso questa mattina, pochi minuti dopo essersi riuniti in sessione, di rinviare di nuovo il voto sul regolamento sulle emissioni di auto e furgoni, che prevede anche lo stop all’immatricolazione di auto e furgoni con motore a combustione, diesel e benzina, a partire dal 2035.
Per ora il punto è slittato “a data da destinarsi”, precisano fonti diplomatiche. Dopo il via libera al Coreper, il testo del compromesso raggiunto a fine ottobre da Parlamento e Consiglio sarebbe finito sul tavolo del Consiglio Ue dell’Istruzione, gioventù, cultura, sport in programma martedì 7 marzo per il via libera formale, ma essendo slittato il voto di oggi tra gli ambasciatori le stesse fonti precisano che il punto sulle auto è stato rimosso anche dall’ordine del giorno del Consiglio Ue di prossima settimana. Il voto tra gli ambasciatori era in agenda per la riunione di mercoledì scorso, poi rinviato a venerdì dalla presidenza della Svezia alla guida del Consiglio Ue a causa del voto a maggioranza qualificata che si preannunciava incerto nella riunione.
L’Italia e la Polonia hanno confermato l’intenzione di votare contro il dossier, mentre la Bulgaria ha deciso di astenersi. Ma a pesare ai fini del raggiungimento della maggioranza qualificata è l’indecisione della Germania. Con i soli voti contrari di Italia e Polonia e l’astensione della Bulgaria l’accordo avrebbe ottenuto comunque il via libera con voto a maggioranza qualificata, che si raggiunge quando il 55% degli Stati membri vota a favore (in pratica, 15 Paesi su 27) e quando gli Stati membri che appoggiano la proposta rappresentano almeno il 65% della popolazione totale dell’Ue. Con l’astensione o l’opposizione della Germania (che rappresenta circa il 18% della popolazione europea) si andrebbe a creare una minoranza di blocco in seno al Consiglio Ue. Per evitare di trovarsi di fronte alla bocciatura dell’accordo (che gli stessi Stati membri hanno negoziato in ottobre con l’Europarlamento), la presidenza di Stoccolma ha deciso di rinviare di nuovo la decisione per dare più tempo alla Germania di convincersi. Berlino preme perché la Commissione Ue presenti nuove norme per consentire la vendita di motori a combustione dopo il 2035 dimostrando che sono alimentati con gli e-fuel, ovvero combustibili liquidi o gassosi, di origine sintetica, che vengono prodotti attraverso processi alimentati da energia elettrica.
L’accordo politico negoziato dai co-legislatori in ottobre già prevede un riferimento al fatto che la Commissione europea presenti una proposta per l’immatricolazione dei veicoli che funzionano esclusivamente con combustibili CO2 neutrali dopo il 2035 e a un impegno della Commissione europea a valutare i progressi verso il target di zero emissioni per le auto, valutando anche se e-fuel e biocarburanti possano contribuire all’obiettivo. Berlino preme per un impegno vincolante da parte di Bruxelles che le nuove norme entrino in vigore a stretto giro. A quanto si apprende, se la Germania si astenesse in maniera formale creando di fatto una minoranza di blocco, la presidenza Ue dovrà decidere cosa fare. Le opzioni possibili sono due: potrebbe riportare l’accordo in Coreper in vista di un eventuale nuovo negoziato tra Consiglio e Parlamento, mediato dalla Commissione (in gergo ‘trilogo’); oppure la Commissione Ue può decidere di ritirare la proposta, nell’ottica di presentarne una nuova, ma la strada non è ancora tracciata.
Le trattative con la Commissione europea sono in corso e la Commissione europea ha confermato oggi attraverso la portavoce Dana Spinant di essere “in contatto con gli Stati membri, stiamo discutendo delle preoccupazioni emerse, soprattutto le più recenti. Vogliamo capire meglio queste preoccupazioni, soprattutto quelle più recenti, per capire come risolverle”. Spinant ha chiarito che per ora è prematuro “dire adesso quali saranno i prossimi passi” da parte della Commissione europea, che potrebbe decidere di ritirare la proposta, vista l’incertezza di una maggioranza qualificata. La portavoce ha ricordato che la proposta è basata sul principio di neutralità tecnologica e sui modi per arrivare all’obiettivo di veicoli a zero emissioni al 2035. “Questo è l’obiettivo – ha detto Spinant -, e il modo per arrivarci è la neutralità tecnologica. Nel testo del regolamento c’è un ‘considerando’ in cui la Commissione si impegna a valutare i progressi per arrivare all’obiettivo di auto a zero emissioni, tenendo conto degli sviluppi tecnologici e di una transizione socialmente equa. Ci impegnamo ad attuare pienamente il “considerando” e vogliamo farlo il prima possibile”, ha assicurato la portavoce. Il ‘considerando’ in questione è una parte del regolamento in cui la Commissione si impegna a valutare i progressi verso il target di zero emissioni per le auto, valutando anche se e-fuel e biocarburanti possano contribuire all’obiettivo.
L’accordo politico sulla fine dei motori a combustione era stato raggiunto dall’Eurocamera a fine ottobre, un accordo che la Germania ha finora sostenuto e che il Consiglio ha già confermato il 16 novembre 2022, con il voto a favore della Germania e anche dell’Italia. L’Europarlamento ha dato il suo via libera lo scorso 14 febbraio.